martedì 11 aprile 2023

MURELLO E I TEMPLARI

Essendo appassionata di tutto quanto riguarda la provincia di Cuneo, tempo fa sono incappata anche nei templari, in particolare col libro "I templari in Piemonte", di Massimo Centini. Su questo libro sono elencate le varie strutture che esistevano in tutta la regione: alcune non esistono più, altre sono state trasformate col tempo. Con sorpresa ne ho trovate diverse nella mia provincia. Uno di questi luoghi è Murello, un piccolo comune non lontano da Savigliano, poco conosciuto e sicuramente tranquillo. Come dico spesso, magari non partite appositamente per andarlo a visitare (anche perchè nessun edificio di cui vi parlerò è visitabile internamente, a eccezione della chiesa, se la trovate aperta) ma, se siete in zona, vale sicuramente la pena di fermarsi una mezzoretta.

La chiesa e il castello

Come detto poco fa è un luogo molto tranquillo, e lo era anche nel Medioevo, quando era sotto il controllo dei Marchesi di Busca, i quali cedettero, nel 1211, parte dei diritti all'Ordine dei Cavalieri del Tempio, i quali fecero erigere il castello. Occorre un po' di immaginazione, per vederlo com'era all'epoca, inizialmente una sola torre, poi ampliato nel tempo, con tanto di fossato, ponte levatoio e feritoie.

Il castello

Quando i Templari hanno iniziato a essere perseguitati un po' ovunque, Murello era talmente isolato e ben protetto dai Marchesi di Busca che i Cavalieri hanno potuto continuare a svolgere le loro attività senza problemi, in piena libertà, tra l'altro bonificando la zona, acquitrinosa, e rendendo così fertili i terreni.

Nel 1312, soppressi i Templari, il castello passa all'Ordine Gerosolimitano, fino al 1789, anno in cui passa al demanio. Dal 1871 diventa canonica e abitazione del parroco, funzione che svolge ancora oggi. Sul muro della scuola, di fianco al castello, vi è un murales raffigurante un gigantesco templare, che aiuta a far viaggiare la mente a quei tempi.

Il castello si trova di fianco alla chiesa, e si nota subito che i due edifici facevano parte di un complesso recintato che comprendeva anche cimitero, pozzo e commenda agricola. Il tutto adiacente ad altri edifici, oggi non più presenti, affacciati sul canale: mulino, segheria, mattatoio e ghiacciaia (nell'area attualmente occupata dal Comune).

La chiesa di San Giovanni Battista, originaria del  Trecento/Quattrocento è stata completamente rimaneggiata negli anni '30 in stile neogotico. Si intravede ancora sulla facciata un grande affresco praticamente del tutto deteriorato, come su molte altre chiese della provincia.

I templari appaiono anche sullo stemma del Comune, conferito nel 2003 dal Presidente della Repubblica, e costituito dalla torre templare e dalla croce dell'Ordine di Malta, ricordando quindi i due ordini che hanno rappresentato il paese nel corso dei secoli.

Ma a Murello c'è anche un'altro edificio curioso: una casa colonica di fine 800 tutta affrescata con motivo kilt scozzese. Sicuramente più unico che raro da trovare. Era la casa di campagna della famiglia Calandra, conosciuta soprattutto per Davide, scultore (da vedere la Gipsoteca a Savigliano, a lui dedicata) ma a cui appartennero anche altri personaggi importanti. 

La casa colonica, residenza estiva dei Calandra

Il padre di Davide, Claudio, fu infatti avvocato, ingegnere e sindaco di Murello (nel 1864) ed Edoardo, l'altro figlio, fu uno scrittore e pittore molto conosciuto ai suoi tempi. Tra le opere si trova il romanzo "La bufera", ambientato proprio a Murello e dintorni. Non resta che cercarlo e leggerlo, per conoscere meglio questo angolo di saviglianese. La loro abitazione attualmente si presenta come una casa popolare, quindi chiaramente non visitabile ma con la solita fantasia che occorre avere quando si visita un luogo, è facile immaginare la famiglia, con i loro abiti del tempo, seduta magari in giardino, a godersi il fresco all'ombra degli alberi.

Ma non è tutto qui. Non lontano dal centro di Murello si trova il castello di Bonavalle, totalmente in rovina ma, anche solo passando per la strada principale, si fa comunque notare, quindi vale la pena di spendere due parole. Ci si può innanzitutto avvicinare un po' con l'auto, arrivandoci molto vicino, al limite dell'azienda agricola che lo "contiene".

Sì, perchè questo castello è proprio nato con funzione difensiva di un feudo agricolo, nel 1200 circa. Persa poi questa funzione, è stato trasformato in residenza estiva dei proprietari, che sono cambiati nel tempo, anche se la famiglia che più ha avuto interesse nell'edificio è stata quella dei Turinetti. E proprio il Tenente Colonnello d'Artiglieria Demetrio Curzio Emanuele Turinetti, nel 1849, decise di vivere in questo luogo (è stato l'unico a farlo), per dedicarsi all'agricoltura e rendendo quindi nuovamente operativo il castello come azienda agricola. La tenuta fu poi venduta al pittore  Augusto Levis, il quale lo lasciò in eredità al comune di Racconigi, con il volere che fosse trasformato in ospedale. Il suo volere non venne realizzato ma una casa di riposo a suo nome è stata costruita a Racconigi.

L'edificio si presenta attualmente ancora con le torrette angolari, diverse tra loro, quindi risalenti a diverse epoche, e una facciata con un orologio. Una leggenda racconta dell'esistenza di un percorso sotterraneo che che lo collega col castello templare in centro paese. 

Pur essendo attualmente ridotto allo stato di rudere esiste un sito internet (lo trovate qui) contenente moltissime informazioni e immagini del castello (compresa un'immagine del Gonin, del 1854, in cui appare splendido).

Visto come anche un piccolo comune può avere molto da scoprire?