martedì 26 settembre 2023

CASTELLO DEL ROCCOLO

Di Busca vi avevo già parlato in un altro articolo (se ve lo siete perso lo trovate cliccando qui); vi avevo portati nel centro della cittadina, purtroppo poco conosciuta ma meritevole di visita. C'è però un luogo nel territorio di Busca che conosco teoricamente da un sacco di tempo, ma che non avevo mai avuto occasione di visitare, probabilmente perché rifuggo la folla e le visite domenicali non facevano al caso mio. Quest'anno, però, ad agosto sono state aggiunte alcune aperture infrasettimanali e finalmente ora posso parlarvi di questo luogo da sogno: il castello del Roccolo.

Vi ho spesso parlato di castelli medievali, di costruzioni di difesa nate su castrum antichissimi, a volte trasformate in dimore signorili, ma il Roccolo non è così, è unico nel suo genere, almeno qui nel cuneese. Questo perchè è un castello neogotico.

Si arriva al castello dalla frazione S. Quintino, tramite una strada che da asfaltata diventa sterrata, in mezzo al verde, e ci si trova subito in un altro mondo, più tranquillo, più fresco. Se dalla pianura si intravede solo una torre, arrivandoci vicino non si vede più nemmeno quella, bisogna scoprire la residenza pian piano, dal parco in poi, a ogni angolo una sorpresa. Ma, come sempre, partiamo da un po' di storia.

Il castello viene costruito per volere (e in gran parte su disegno) del marchese Roberto Tapparelli d'Azeglio, fratello del più famoso Massimo, e della moglie, Costanza Alfieri di Sostegno, tra il 1831 e il 1860. Grazie alla moda dell'epoca e alla cultura anglosassone dei marchesi la struttura viene edificata in stile neogotico, con un insieme molto armonico di archi moreschi, decorazioni floreali, bifore, trifore eccetera.

Residenza di villeggiatura dei marchesi, è attorniata da un parco (disegnato col contributo di Xavier Kurten, famoso per il parco del castello di Racconigi) con laghetto, serre, terrazze, viottoli, piccoli angoli con panche e tavolini ecc. Attualmente è difficilissimo riuscire a mantenere fruibile un parco del genere, quindi non è tutto visitabile ma, con la fantasia che avete voi che mi leggete da tempo, riuscirete sicuramente a immaginare i marchesi e i loro ospiti passare il loro tempo libero in questo luogo, magari con un po' di invidia, visto che spesso ai giorni nostri, ciò non ci è concesso. Sappiate che qui hanno trascorso piacevoli momenti anche Silvio Pellico e la regina Margherita (anche perché la sua dama d'onore era Paola Rignon, moglie di Emanuele Pes di Villamarina, figlio di Melania, di cui vi parlerò in seguito).

Le serre monumentali

Vi racconto il castello come l'ho visitato io. Inoltrandomi in un primo sentiero sono arrivata alla terrazza panoramica, da cui si può ammirare il centro di Busca e tutta la pianura. Subito al di sotto vi sono le serre monumentali, costruite dal 1846 al 1850 per volere di Costanza, appassionata di piante e fiori.

Il panorama dalle serre

Salendo poi per il sentiero si arriva al laghetto, circondato da piante e con moltissime ninfee. Pensate che all'epoca veniva usato anche come piscina, oppure lo si percorreva con una piccola canoa.

Il laghetto

Si arriva poi davanti al castello vero e proprio, nella sua classica inquadratura che vediamo online e sulle guide. Dallo scalone che sale da due parti, attorno a una fontana, si accede al doppio portone di ingresso: quello esterno in legno è quello originario, mentre quello in ferro, interno, è stato voluto dai Pes di Villamarina. Lungo le pareti della scala vi sono vari affreschi trompe l'oeil e si scorge in più punti il motto della famiglia: "d'acord".

Lo scalone d'entrata

Il grande salone principale è quello che spesso procura il classico"ooooh" di stupore, forse perché nel bel mezzo, cosa non di tutti i giorni, si trova una fontana in marmo, che ricorda gli ambienti arabi. Osservando poi gli affreschi sulle pareti si possono notare due castelli: uno è quello di Lagnasco, feudo storico della famiglia Tapparelli e, sopra il biliardo, il castello di Moncalieri che, a fine Ottocento, era, per la storia sabauda, più importante di Palazzo Reale di Torino.

Uscendo dal salone ci si ritrova in cortile e, sulla destra, si accede a un loggiato, che collegava il salone con la sala da pranzo. Questa è arredata con mobili realizzati da dipendenti del famoso ebanista Moncalvo e che richiamano sempre lo stile dell'epoca, con lo stemma della famiglia, elementi trilobati e statue intagliate nel legno. Il soffitto è decorato in stucco bianco su fondo azzurro e le vetrate colorate creano giochi di luce molto caratteristici sul pavimento dell'ambiente.

Tornati in cortile  si può visitare una piccola cappella, costruita nel 1842. Preceduta da un piccolo portico con elementi in cotto e una croce uncinata (simbolo della continuità del tempo, data dal senso rotatorio della croce stessa), presenta due pannelli di legno: sono parte degli stalli del coro provenienti dalla cappella marchionale di Revello; originariamente ce n'erano altri ma sono stati poi spostati da Emanuele Tapparelli (figlio di Roberto) nel museo di Casa Cavassa di Saluzzo.

Il portico della chiesetta

Lungo un sentiero non lontano dalla cappella si trova una lapide intitolata a Melania, la figlia di Roberto e Costanza. Sposata a Salvatore Pes di Villamarina, morì molto giovane a causa di un male non del tutto identificato e non potè nemmeno avere vicino il marito, spesso in viaggio, soprattutto in Sardegna. E ora, nonostante lei sia sepolta nel cimitero monumentale di Torino accanto al marito pare che, nelle notti d'estate, appaia nel castello del Roccolo con una fiammella in mano, sperando di veder tornare a casa il marito. Se siete conquistati dalla sua storia e volete approfondirla vi lascio il link  a un articolo molto interessante, scritto da Manuela Vetrano, in arte "La civetta di Torino".

Accanto al castello si trovano poi alcuni edifici più semplici, in stile neomedievale, con merli a coda di rondine: erano le scuderie e ambienti di servizio; c'è anche una torre quadrata, più alta delle altre, che assomiglia a quella che trovate in centro a Busca, presso l'edificio del comune.

Mi sono dimenticata di dirvi che il castello prende il nome dai "roccoli", cioè dalle reti utilizzate per catturare piccoli uccelli. 

Dopo i Tapparelli D'Azeglio proprietari furono i Pes di Villamarina e ora varie famiglie locali e non ma, attualmente, il castello è gestito e valorizzato dall'Associazione Castello del Roccolo, che è possibile aiutare anche col 5x1000 della dichiarazione dei redditi. E' inoltre un'ottima location per eventi e matrimoni.  Sul sito del castello trovate tutte le informazioni necessarie e potete seguirlo anche su Facebook e Instagram, per rimanere sempre aggiornati e per circondarvi di bellezza neogotica.