Come accennato nell'articolo precedente, riguardante il castello di Casotto, vi parlo anche di Pamparato e Valcasotto, le due località che si trovano salendo verso Casotto, per chi arriva da Mondovì.
Pamparato l'avevo già sentito nominare diverse volte ma non c'ero mai stata; salendo verso Casotto del paese si vede poco, solo un ponte antico, ma avevo comunque voglia di fermarmi e di capire cosa propone, oltre ai biscotti tipici.
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Il castello di Pamparato |
Innanzitutto una curiosità sull'origine del nome Pamparato: una leggenda del periodo delle incursioni saracene narra che il borgo era assediato dai mori. I cittadini, allo stremo delle forze, mandarono fuori dalle mura un cane con del pane condito in bocca; gli assalitori pensarono così che gli assediati avevano ancora provviste numerose, se potevano permettersi di far mangiare il pane condito a un cane, e quindi levarono l'assedio. Prima di andarsene, esclamarono "Habent Panem Paratum", cioè "Hanno pane condito". Questa leggenda è ormai talmente famosa che lo stesso stemma del comune presenta infatti quella frase in latino e l'immagine di un cane con la pagnotta in bocca.
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Lo stemma del paese |
Il paese, di circa 300 abitanti, ha origini probabilmente romane ma le prime notizie certe risalgono al 911; divenne poi parte del marchesato di Ceva e subì l'influenza astigiana. Successivamente la zona venne contesa tra Savoia, Visconti, Acaia e Monferrato e, in tempi più recenti, è stata protagonista della battaglia di Valcasotto, nel 1944.
Una panoramica del borgo vista dal castello |
Il paese si raccoglie attorno a una piazza centrale, alla via che porta alla parrocchiale e alla salita al castello. La mia visita è partita proprio dal castello, posto in posizione dominante dal quale si ha la panoramica di tutto il paese. E' attualmente sede del comune ed è stato costruito sui resti di un edificio più antico, probabilmente distrutto durante le guerre del sale contro i Savoia. E' intitolato ai Cordero di Pamparato, feudatari del borgo e marchesi. I giardinetti attigui al castello ricordano invece Mafalda di Savoia, figlia del re Vittorio Emanuele III, con la scritta: "Ricordatemi non come una principessa ma come una vostra sorella italiana".
Il castello Cordero |
Tornati in centro si notano affrescati su due case lo stemma del paese e una meridiana. Di fronte c'è la stradina che porta alla parrocchiale di S. Biagio. La via è interessante per le numerose insegne antiche, di ristoranti, di antiche attività commerciali ora non più presenti.
La parrocchiale è stata costruita nel 1648 su progetto di Giovenale Boetto e presenta affreschi di Giovanni Borgna, pittore di Martiniana Po.
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Il campanile della parrocchiale |
Fuori dal paese si trova un caratteristico ponte, da alcuni definito "romano" anche se in realtà non è ben precisa l'epoca di costruzione.
Il ponte "romano" |
Salendo verso il castello di Casotto si incontra poi Valcasotto, minuscola frazione di Pamparato, chiamato anche "borgo dei formaggi", in quanto sede di una ditta produttrice di formaggi molto conosciuta.
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Il mulino napoleonico |
Da notare i vari murales, ovviamente a tema contadino/caseario, il mulino detto "napoleonico", del 1804, che una volta serviva per macinare farina di mais e castagne. La via principale sale poi verso la chiesa di S. Ludovico, posizionata su un bel poggio panoramico, preceduta dal vecchio edificio scolastico, con sulla facciata la lapide che ricorda i caduti in guerra.
Vi lascio il link per approfondire, se vi interessa, la storia del territorio di Pamparato e il link sul quale potete scaricare una guida in pdf molto interessante che riguarda non solo questo comune ma tutta la zona circostante, ricca di sentieri, torri e molto altro da vedere.
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