mercoledì 23 settembre 2020

PAMPARATO E VALCASOTTO

Come accennato nell'articolo precedente, riguardante il castello di Casotto, vi parlo anche di Pamparato e Valcasotto, le due località che si trovano salendo verso Casotto, per chi arriva da Mondovì. 

Pamparato l'avevo già sentito nominare diverse volte ma non c'ero mai stata; salendo verso Casotto del paese si vede poco, solo un ponte antico, ma avevo comunque voglia di fermarmi e di capire cosa propone, oltre ai biscotti tipici.

Il castello di Pamparato

Innanzitutto una curiosità sull'origine del nome Pamparato: una leggenda del periodo delle incursioni saracene narra che il borgo era assediato dai mori. I cittadini, allo stremo delle forze, mandarono fuori dalle mura un cane con del pane condito in bocca; gli assalitori pensarono così che gli assediati avevano ancora provviste numerose, se potevano permettersi di far mangiare il pane condito a un cane, e quindi levarono l'assedio. Prima di andarsene, esclamarono "Habent Panem Paratum", cioè "Hanno pane condito". Questa leggenda è ormai talmente famosa che lo stesso stemma del comune presenta infatti quella frase in latino e l'immagine di un cane con la pagnotta in bocca.

Lo stemma del paese

Il paese, di circa 300 abitanti, ha origini probabilmente romane ma le prime notizie certe risalgono al 911; divenne poi parte del marchesato di Ceva e subì l'influenza astigiana. Successivamente la zona venne contesa tra Savoia, Visconti, Acaia e Monferrato e, in tempi più recenti, è stata protagonista della battaglia di Valcasotto, nel 1944. 

Una panoramica del borgo vista dal castello

Il paese si raccoglie attorno a una piazza centrale, alla via che porta alla parrocchiale e alla salita al castello. La mia visita è partita proprio dal castello, posto in posizione dominante dal quale si ha la panoramica di tutto il paese. E' attualmente sede del comune ed è stato costruito sui resti di un edificio più antico, probabilmente distrutto durante le guerre del sale contro i Savoia. E' intitolato ai Cordero di Pamparato, feudatari del borgo e marchesi. I giardinetti attigui al castello ricordano invece Mafalda di Savoia, figlia del re Vittorio Emanuele III, con la scritta: "Ricordatemi non come una principessa ma come una vostra sorella italiana".

Il castello Cordero

Tornati in centro si notano affrescati su due case lo stemma del paese e una meridiana. Di fronte c'è la stradina che porta alla parrocchiale di S. Biagio. La via è interessante per le numerose insegne antiche, di ristoranti, di antiche attività commerciali ora non più presenti.



La parrocchiale è stata costruita nel 1648 su progetto di Giovenale Boetto e presenta affreschi di Giovanni Borgna, pittore di Martiniana Po. 

Il campanile della parrocchiale

Fuori dal paese si trova un caratteristico ponte, da alcuni definito "romano" anche se in realtà non è ben precisa l'epoca di costruzione.

Il ponte "romano"

Salendo verso il castello di Casotto si incontra poi Valcasotto, minuscola frazione di Pamparato, chiamato anche "borgo dei formaggi", in quanto sede di una ditta produttrice di formaggi molto conosciuta.

Il mulino napoleonico

Da notare i vari murales, ovviamente a tema contadino/caseario, il mulino detto "napoleonico", del 1804, che una volta serviva per macinare farina di mais e castagne. La via principale sale poi verso la chiesa di S. Ludovico, posizionata su un bel poggio panoramico, preceduta dal vecchio edificio scolastico, con sulla facciata la lapide che ricorda i caduti in guerra.


Vi lascio il link per approfondire, se vi interessa, la storia del territorio di Pamparato e il link sul quale potete scaricare una guida in pdf molto interessante che riguarda non solo questo comune ma tutta la zona circostante, ricca di sentieri, torri e molto altro da vedere. 

 

Nessun commento:

Posta un commento