domenica 6 novembre 2022

TRACCE DI NOBILTA' (E NON SOLO) IN VALLE GRANA

La Valgrana è una vallata molto conosciuta soprattutto per Castelmagno (santuario e formaggio), per la sua bellissima natura, che si può esplorare su vari sentieri in tutto il territorio. Io vi avevo già parlato dei pupazzi della frazione S. Pietro di Monterosso (qui il link all'articolo), che vogliono ricordare la vita di un tempo della zona.

L'ospizio della Trinità di  Valgrana

Come sempre, voglio invece farvi scoprire un altro lato della vallata, quello un po' più nascosto e, in questo caso, nobile, con l'aggiunta di qualche chiesetta o edificio poco conosciuto ma molto interessante. Sì perché nei vari comuni sono presenti anche alcuni castelli, in quanto la vallata era feudo dei marchesi di Saluzzo e veniva amministrata da un ramo collaterale degli stessi marchesi, i Monterosso di Valgrana, nati da Eustachio, figlio di Tommaso II di Saluzzo.

Ma partiamo dall'inizio. Il primo paese che si incontra salendo da Caraglio è VALGRANA. Nel centro della località si trova il palazzo dei conti, risalente al XVII secolo, riconoscibile dallo stemma sulla facciata. Pare che all'interno presenti ancora soffitti affrescati e varie decorazioni, ma purtroppo, come spesso succede, non è visitabile.

Lo stemma sulla facciata del palazzo
del conte di Valgrana

Sulla stessa strada del palazzo, ma dal lato opposto, si incontra presto un arco di pietra; lo si oltrepassa e si scopre un edificio non nobile ma comunque rimarchevole. Si tratta dell'Ospizio della Trinità, uno dei pochi edifici rimasti in provincia, che ricordano la loro funzione di ospitalità e assistenza medievale. Si tratta di una casetta su due piani con, al piano terreno, la cucina e al piano superiore le camere (anche questo non è visitabile). Sulla facciata vi sono affreschi attribuiti ai fratelli Biazaci di Busca, databili tra il 1455 e il 1470, raffiguranti la Vergine col Bambino in Trono. La Trinità è rappresentata come tre figure maschili che emergono dal medesimo corpo.

L'ospizio della Trinità

Ritornando in paese, dopo una breve tappa sotto la tettoia davanti al municipio, dove si trovano una postazione di bookcrossing, una fontana sempre utile per rinfrancarsi e un paio di opere d'arte appese al muro, si può ancora osservare, sulla facciata laterale dell'Albergo del Viale, vicino al parcheggio principale, un affresco  del XVIII secolo raffigurante la Sindone. Una breve deviazione in auto sulla strada che sale a Montemale vi porterà invece alla cappella dei Santi Bernardo e Mauro, situata all'incrocio su diverse vie. Decorata da Pietro da Saluzzo, presenta affreschi in buone condizioni raffigurati la Madonna in Trono, gli Evangelisti e l'Annunciazione.

La cappella di S. Bernardo e Mauro

Tornati sulla strada principale della vallata si sale a MONTEROSSO GRANA. Lasciata l'auto nei pressi del comune (davanti al quale troverete una panchina con un cuore rosso, per scattare una foto ricordo tra innamorati), si prende la via che porta verso la collina e qui sembra subito di entrare in un'altra epoca. Dopo uno spiazzo con antichi edifici e varie decorazioni che sembrano opere d'arte, si trova il ponte a un'arcata. L'occhio va subito al castello, oltre il fiume, ma anche alla torre sulla collina. Essendo abituata che in genere sulle colline ci sono i ruderi dei castelli, ho sempre pensato che questo discorso valesse anche in questo caso. E invece ho dovuto ricredermi e scoprire come stanno realmente le cose.

La torre sulla collina

La torre è in realtà quel che rimane di un'antica fortificazione del IX-X secolo, mentre il castello è l'edificio più in basso, con tanto di merli, arco, portale in legno ecc. E' stato costruito tra il XIV e il XV secolo sui resti di un edificio più antico dal marchese di Saluzzo Federico il quale lo infeuda, come vi ho raccontato all'inizio, ai Monterosso di Valgrana.

Il castello oltre il fiume

L'edificio è diventato una dimora signorile nel XVII secolo e, come sempre, purtroppo, non è visitabile, in quanto di proprietà privata. Però ci si può arrivare davanti, perché l'arco di accesso è comunale e riporta ancora, oltre a uno stemma, un vago cenno di pittura nella parte interna; era un affresco di Giors Boneto di Paesana, ormai quasi totalmente scomparso.

Una particolarità è data dal campanile che si trova lì vicino al castello, dato che presenta un muro che lascia pensare a un ulteriore edificio. Si tratta infatti del campanile della chiesa di  S. Giuseppe, abbattuta negli anni '50 perché pericolante.

Ultimo paese della vallata che presenta un castello antico è PRADLEVES. Lo si trova all'imbocco del paese, ora trasformato in albergo e quindi sicuramente trasformato rispetto all'originale; ricorda comunque un passato nobile e risale al XIII secolo.

Con queste poche informazioni spero comunque di avervi dato una nuova visuale della vallata e di avervi invogliato ad andare a ricercare anche la storia dei luoghi, oltre che la natura.