venerdì 26 giugno 2020

VALDIERI

Valdieri, paese conosciuto soprattutto per le terme, si trova in Valle Gesso, raggiungibile da Borgo San Dalmazzo. La Valle Gesso si divide in due rami, quello appunto di Valdieri e quello di Entracque. In questo articolo mi occupo soltanto del paese di Valdieri, ma anche il lato di Entracque sarebbe molto interessante.

La piazza principale di Valdieri

Valdieri è un paese che ha origini molto antiche; sul suo territorio sono stati ritrovati anche resti romani, di cui vi parlerò tra poco e, a un certo punto, ingloberà anche Andonno, che prima era un comune a sè stante. Conta meno di mille abitanti e tre frazioni e si può dire senz'altro che è un paese "regale". Si perché il comune è stato scelto come residenza estiva dai Savoia e frequentata soprattutto da Vittorio Emanuele III ed  Elena di Montenegro. Un po' tutto vi parla di loro, da queste parti. Ma andiamo con ordine.

La necropoli

Una volta parcheggiato nella piazza principale del paese vi consiglio la breve passeggiata lungo Via Principe Umberto che vi porterà alla Necropoli, in uso tra il X e il VI secolo a.C. Vedrete dei piccoli recinti funerari e potrete approfondire la storia e i ritrovamenti anche nel Museo allestito nella piazza del paese, con entrata dall'ufficio turistico. Qui alla necropoli è stato creato anche un Parco preistorico, con attività rivolte soprattutto alle scuole ma visitabile comunque liberamente; il parco è formato da varie strutture che raccontano la vita dei romani, con i recinti per gli animali, la fornace eccetera.

Uno scorcio del parco preistorico

Se vi piace camminare da qui inizia il sentiero delle farfalle, che tocca anche un ex sito estrattivo e che ora è l'habitat ideale per la rara farfalla Papilio alexanor. 

Tornati in centro, come dicevo, potete visitare il museo e anche la chiesa parrocchiale di S. Martino. Sotto il portico del comune trovate una targa che ricorda la fondazione della Banca del Lavoro, nel 1913, ad opera del re Vittorio Emanuele III.

Se è ora di pranzo io vi consiglio caldamente la "Locanda del Falco", all'ingresso della piazza principale. Io l'ho definito "il ristorante che non ti aspetti" perché in genere, in paesi di montagna, ci si aspetta magari un bel piatto di polenta, invece qui trovate un menù e un servizio da ristorante in città. 

La locanda del falco

Davanti al ristorante c'è Villa Bianco, ora sede del Parco Alpi Marittime. Da questa villa nel settembre del 1943 Duccio Galimberti e Livio Bianco, con i loro compagni, partirono per riconquistare la libertà.

Villa Bianco

Terminata la visita al centro di Valdieri si può riprendere la macchina e salire verso la frazione Sant'Anna: qui erano le palazzine reali, ora private, che si intravedono sul lato opposto a quello del paese. I reali venivano qui per riposarsi, prendere fresco, e dedicarsi alla caccia e alla pesca, le loro attività preferite; sono sempre stati molto amati dalla popolazione locale, anche perché aiutavano i più poveri, donando loro cibo e abiti, tenendo conto delle loro necessità. La Regina poi era molto presente nella vita locale, presenziava persino ai matrimoni dei valligiani i quali, per sposarsi, aspettavano proprio il periodo in cui sapevano che la famiglia reale avrebbe soggiornato qui.

Salendo ancora si arriva al termine della vallata, presso le Terme, fondate da Vittorio Emanuele II nel 1855. Non so se è capitato (o se capiterà) anche a voi, ma io qui respiro veramente aria di regalità, mi sembra che, da un momento all'altro, possa sbucare la Regina Elena che va a passeggio.

Il fiume nei pressi delle terme

Subito dopo lo stabilimento termale ci sono due chalet costruiti in stile svizzero. Una volta erano quattro, ed erano anche loro abitati dalla famiglia reale. Ora sono rimasti i due frequentati da Vittorio Emanuele II e dalla Bela Rosin, sua moglie morganatica. Non si possono visitare ma potete passarci davanti, anche per vedere le belle decorazioni intagliate nel legno.

Gli chalet della Bela Rosin e di Vittorio Emanuele II

Poco oltre si trovano la chiesetta della frazione, immersa nel verde e il "Giardino botanico Valderia", con sentieri, diversi tipi di piante, a seconda della stagione. Purtroppo ho solo fatto un giro veloce ma è un luogo che in futuro mi riprometto di approfondire.

La chiesetta della frazione terme

Di qui parte anche il sentiero che sale al Valasco, residenza reale, frequentata molto da Vittorio Emanuele II, che amava andare a caccia in questi luoghi. Ma questa è un'escursione lunga almeno un'oretta, ve l'ho scritto a titolo informativo ma se intendete percorrere questa strada dovete per forza scartare il resto dei luoghi che vi ho citato in questo articolo e dedicarvi solo alla camminata in montagna.

Sentiero nella Valderia

Dopo questi spunti si può tornare verso il fondo valle, facendo ancora una tappa ad Andonno, piccola frazione molto carina, caratterizzata da sagome di coniglietti sparse ovunque e accessoriate a seconda della stagione, in estate con la lavanda, in inverno con decorazioni natalizie eccetera. 
In tempi normali a fine giugno si svolge qui la festa della lavanda.

La piazza principale di Andonno

Nella chiesa parrocchiale di Andonno c'è un bell'affresco a tema "Ultima Cena", e nell'angolo di una via, c'è l'elica di un aereo caduto nel 1954.




Bene, anche questa bella gita è terminata. Spero di avervi fatto scoprire qualcosa di nuovo e di interessante.








venerdì 12 giugno 2020

MARENE

Se abitate nel saviglianese o nel saluzzese sicuramente a Marene siete già passati, se non altro, per andare nelle Langhe oppure verso l'autostrada.
Io stessa, che amo girare un po' ovunque, trovando qualcosa di bello in ogni paese e paesino, non mi ci ero mai fermata, dato che ormai non è più necessario transitare in centro, vista la comoda strada esterna.

Confraternita e torre civica

Un pomeriggio decido di andare a visitare una mostra a Cherasco e, per ottimizzare la giornata, decido di aggiungere anche il cimitero di Marene. Per me i cimiteri sono musei a cielo aperto, ma questo è un altro discorso; sappiate però che è proprio grazie al camposanto che mi sono fermata anche nel paese. Non conoscendo le strade, esco dal parcheggio del cimitero cercando la via per tornare a casa, vedo una torre antica et voilà che decido di fermarmi, spinta dalla curiosità.

La torre civica

Capisco di essere in pieno centro storico, la luce del pomeriggio colora i mattoni di rosso in un modo favoloso. La torre è posizionata su una piccola altura, leggo il cartello descrittivo e scopro che esisteva già nel 1006 e faceva parte di un antico castello, che ora non c'è più. La torre è poi stata restaurata varie volte e ora la sua destinazione d'uso è di torre civica.

Ingresso della chiesa abbandonata

Lì di fianco c'è la chiesa dei Battuti Neri, ormai sconsacrata da 20 anni; i luoghi abbandonati per me hanno un fascino non indifferente e quindi mi soffermo ad ammirarla; sulla porta d'entrata è affrescata una Madonna con Bambino. C'è anche qui il cartello con tutte le spiegazioni del caso.

Uno scorcio del castello neogotico

Se state guardando la chiesa giratevi e, se la giornata è buona, avrete una bella vista del Monviso e, di lato, appare una parte del famoso castello neogotico di cui vi parlerò dopo.

Proseguendo trovate la chiesa parrocchiale, che sostituisce una chiesa ben più antica, come spesso accade. La costruzione è stata progettata da Francesco Gallo, architetto famosissimo in provincia. La chiesa purtroppo era chiusa quindi non posso darvi notizie sull'interno, se non quelle che anche voi potete trovare su internet.

La parrocchiale

Dalla piazza della chiesa scendete un pochino e vi trovate nella via principale del paese. Notate subito, anche perché "stona" un po' col resto del centro storico, Palazzo Gallina, tutto bianco, in stile neoclassico, costruito tra la fine del Settecento e l'inizio dell'Ottocento. Sulla facciata si nota la scritta: "Deus nobis haec otia fecit", "Dio ci ha dato questo riposo", tratta dalle "Bucoliche" di Ovidio. Il palazzo, restaurato da Ernesto Melano nel 1840, attualmente è polo culturale e ospita la biblioteca.

Palazzo Gallina

Ho poi proseguito sulla destra per trovarmi davanti il famigerato castello neogotico che io, non so perché, fino ad allora avevo sempre posizionato in una frazione, sicuramente confondendolo col castello della Salza. Adoro i luoghi abbandonati e misteriosi, adoro l'architettura neogotica e quindi non avete idea dell'emozione che ho provato trovandomelo finalmente lì, a due passi dal naso, inaspettatamente,  invece di vederlo solo sempre in foto sui siti urbex.


Ovviamente non è visitabile, molti mi hanno chiesto informazioni al riguardo, ma non ne so più di loro. Avevo visto un annuncio di vendita, so che fino a 5 o 6 anni fa si organizzavano manifestazioni e rievocazioni storiche, quindi tanto per cambiare sono arrivata tardi e ora è chiuso; speriamo che in futuro ci sia possibilità di vederlo riqualificato in qualche modo.


Anche qui la luce del pomeriggio era spettacolare e qualche bella foto è stata possibile, attraverso un cancello di ferro arruginito ma, anche lui, molto affascinante.

Tanto per dare due cenni storici, il castello è stato progettato da Luigi Formento (autore, a Torino, del tempio valdese) su commissione del conte Carlo Amedeo Grosso, e costruito tra il 1850 e il 1854. Presentava un grande parco all'italiana e un bosco.

Un angolo del centro storico

Non lontano dal castello è la Chiesa di  Santa Croce o dei "Battuti bianchi". Piccolo edificio che, ho scoperto, viene utilizzato nel periodo invernale per le messe, perché più facilmente riscaldabile.

Il mio giro per Marene è finito qui ma, chiaramente, arrivata a casa, sono andata a cercare informazioni sul paese e ho scoperto che ci sarebbero state altre cose da vedere, come Palazzo Galvagno, ora sede del comune, e anche una lapide longobarda del VII secolo murata su una parete del cimitero. 

L'antica chiesa di Marene, ora nel cimitero

Tra l'altro, la chiesa che vedete all'interno del camposanto è antichissima, anche se la parte anteriore è molto più recente. Questo perché il nucleo originario dell'abitato di Marene era situato proprio qui ed è sorto appunto in epoca longobarda, come evoluzione di un avamposto romano.

Uno scorcio del centro storico

In parole povere, dovrò tornare in paese per proseguire la visita.

Vi lascio il link al sito su cui potrete avere ulteriori notizie sulla storia e sull'arte di questo bel paese.
Anche sul sito di Visit Savigliano trovate una sezione su Marene.