Dronero vista dal Ponte del Diavolo |
Ma partiamo dall'inizio. Dronero nasce all'incirca nel 1150 dall'unione di due villaggi, Surzana e Ripoli (dove oggi c'è il santuario) e l'origine del nome ha diverse ipotesi: chi dice che deriva dalla famiglia nobile Dragone, chi dice che deriva da "Dragonerium", dal latino Draconanus, il soldato che portava l'insegna del dragone.
Chiaramente non vi racconto tutta la storia ma vi racconto un aneddoto che ho trovato molto interessante e particolare: Ludovico II, marchese di Saluzzo, con un editto del 1497, impose a chi possedeva terre di un certo valore di prendere domicilio in città e costruire la propria casa entro tre anni. Ed ecco perchè, un po' alla volta, Dronero è diventata una cittadina nobile, con molti palazzi, costruiti dal Cinquecento in poi, alcuni rimaneggiati in tempi più recenti. I palazzi sono molti, non è questo il luogo per raccontarveli tutti, vi parlerò più avanti dei due che hanno da sempre colpito la mia attenzione.
Il mio itinerario parte da Piazza Capitano/Piazza XX Settembre, in cui potete parcheggiare comodamente. Da lì prendete il marciapiede lungo la via che attraversa la città, la riconoscete perchè è quella più trafficata. Dopo pochissimo, sulla sinistra, trovate, in un cortile il Museo Mallè, che è la nostra prima tappa. Luigi Mallè è stato uno storico dell'arte vissuto tra il 1920 e il 1979. E' stato anche direttore del Museo d'Arte Antica di Palazzo Madama e della Galleria Civica d'Arte Moderna di Torino. Da sempre quindi appassionato di arte ha collezionato, durante tutta la sua vita, dipinti, sculture, porcellane, arredi e molto altro. Ora possiamo ammirare buona parte di questa collezione al Museo, che poi era casa sua, e che quest'anno compie 25 anni. Il museo è piccolino ma l'ho trovato molto interessante e, inoltre, si organizzano spesso mostre ed eventi di vario genere.
A questo link trovate tutte le info utili alla visita e anche molte informazioni in più sulla storia.
Terminata la visita al Museo proseguite lungo il marciapiede, poi attraversate la strada e inforcate sulla destra Via Luigi Senatore. Dopo poche centinaia di metri sulla sinistra c'è una bella terrazza da cui potrete ammirare tutta Dronero, fin oltre il Ponte del Diavolo. E' una visuale molto interessante (che consiglio al pomeriggio, in quanto la luce è migliore).
Tornati indietro riprendete la via principale e vi trovate davanti una costruzione ottagonale: è il foro frumentario, del XV secolo. Qui vi si commerciavano i cereali ma, durante l'epidemia di peste del 1522, è stato chiuso e trasformato in una cappella dedicata a S. Sebastiano, protettore da questo male, per poi riprendere la sua funzione originaria nel 1818. Sono attualmente visibili affreschi, riportati alla luce nel 1937 e lo stemma dei marchesi di Saluzzo.
Procedendo ancora vi trovate sotto i portici con un'altra terrazza panoramica, affacciandovi vedrete in basso un ambiente molto particolare e curato, con vari appezzamenti di terreno coltivati a erbe di molti tipi e anche un piccolo vigneto di Nebbiolo Chatus, una varietà molto antica.
Il palazzo sotto al quale ci troviamo è il Teatro Civico, ottocentesco.
Proseguendo ancora arrivate davanti alla parrocchiale dedicata ai Santi Andrea e Ponzio, in ricordo delle intitolazioni delle due pievi nei due villaggi da cui è nata Dronero. Risale al XV secolo anche se è stata rimaneggiata in seguito. Molto interessanti il portale in pietra in stile gotico e il fonte battesimale degli Zabreri di Pagliero (molto famosi in zona) nonchè la cupola barocca opera di Francesco Gallo.
La passeggiata prosegue sempre lungo questa via fino a trovare, sulla destra, le indicazioni per il famoso Ponte del Diavolo. Fu costruito nel 1428 sul fiume Maira per dare l'accesso a Dronero a chi arrivava da Cuneo ed è lungo 67 metri. Come dice il nome stesso è legata a questo ponte la leggenda che si ritrova in molti altri luoghi piemontesi, e non solo, e cioè che sia stato il diavolo a costruirlo in una sola notte in cambio della prima anima che fosse passata sopra.
Terminata la visita al ponte io vi consiglio di fare un giretto per le stradine in questo piccolo borgo, fino ad arrivare al Mulino della Riviera, risalente al XV secolo e ancora attivo. E' aperto alle visite il sabato mattina. Qui tutte le info.
Risaliti sulla via principale vi consiglio di andare fino al Ponte Nuovo, fatto costruire da Giovanni Giolitti nel 1914. Da qui potrete fare belle fotografie verso il Ponte Vecchio, con una visione più ampia.
Ritornati indietro sulla destra notate l'edificio dell'ospedale, un tempo qui c'era il castello. Proseguendo trovate i portici con i negozi; su alcuni capitelli ancora oggi si notano forme che richiamavano l'attività dei proprietari dei palazzi soprastanti o anche gli stemmi dei Marchesi di Saluzzo o il giglio di Francia.
Quando siete nuovamente all'altezza della chiesa prendete la stradina a destra e giungerete in Piazza Manuel di San Giovanni dove, tra l'altro, c'è anche un ottimo ristorante, il "Cavallo Bianco". Proprio di fronte trovate uno dei palazzi nobili di cui vi parlavo, che mi ha colpita da sempre, forse per la torre o per l'edera che copre le pareti esterne o anche per la finestra a bifora. Questo è il palazzo Valfrè di Bonzo, in passato abitato anche da Giuseppe Manuel di San Giovanni, noto storico regionale. La torre che vedete nel cortile è probabilmente simile a quella del castello, ora non più esistente.
Palazzo Valfrè di Bonzo |
Proseguendo ormai in pieno centro storico, subito oltre la banca girate a destra in Via Torino (una delle due vie storiche della città, l'ex "Carreria Magna"), scendendo un po' fino a trovare, subito prima del ponticello, un altro bel palazzo, che mi ha sempre affascinata. E' Casa Blanchi di Roascio e, come altri palazzi, ha la peculiarità di essere costruita a ridosso delle antiche mura che circondavano tutto il borgo antico; qui infatti sorgeva la Porta di Busca, una delle antiche vie di accesso al paese. Notevoli sono la torretta del belvedere e il cedro nel giardino (non visitabile ma visibile anche dall'esterno).
A proposito di visite ai giardini: nel 2014 è nata l'Associazione Dronero Cult che ha ideato il progetto "Dronero un borgo ritrovato", che permette proprio di aprire le porte a palazzi e giardini di Dronero. Vi consiglio di seguirli sui social Facebook e Instagram per rimanere aggiornati sulle loro iniziative. Quest'anno chiaramente l'evento è stato annullato ma ci saranno sicuramente occasioni future per scoprire che cosa si nasconde dietro a quei grandi portoni chiusi che avete visto durante questa passeggiata.
Scorcio del centro storico |
Se siete interessati vi consiglio anche il libro "Antiche dimore e giardini a Dronero", di Federico Fontana, Luca Giacomini e Renata Lodari, edito dal "Centro Studi Piemontesi" e, come sempre, vi lascio il link al sito turistico di Dronero. Io mi sono già dilungata abbastanza ma sul sito troverete tantissime altre informazioni, sia di approfondimento sugli edifici di cui vi ho parlato, sia su tante altre cose da vedere in città, più ovviamente ristoranti, bar e tutto quanto serve per organizzare al meglio la vostra giornata.
Ps. E' forse la prima volta che scrivo un itinerario con i vari "proseguite di lì", "girate a destra", "tornate indietro" eccetera, quindi può essere che ci siano passaggi poco comprensibili; nel caso non si capisca qualcosa fatemelo sapere, così cercherò di migliorare e di correggere gli errori. Grazie mille. :)