domenica 13 dicembre 2020

CARAGLIO

Vi avevo già parlato di Caraglio in un altro articolo (ecco il link) riguardante il Filatoio e la collina, con i ruderi del castello e la panchina gigante.

Il centro del paese, all'inizio del centro storico

Caraglio è uno di quei paesi in cui ci si ritrova spesso di passaggio, per andare in Valle Grana o da altre parti. Io stessa non avevo mai fatto un giro nel centro storico e invece ho scoperto che vale la pena di fermarsi e fare due passi.

Antichi portici

Il paese ha origine antichissima, visti i ritrovamenti dell'età del ferro relativi a popolazioni liguri e celtiche; viene nominato per la prima volta in documenti del 984, in cui si cita la "villa medievale" e, dal 1128, anche il castello. Diventa parte del marchesato di Saluzzo fino all'affermazione dei Savoia e ricopre un ruolo attivo durante il periodo della lotta partigiana in Valle Grana. Se siete interessati ad approfondire la storia vi lascio il link al sito del Comune.

Uno scorcio sulla collina

Il mio giro è iniziato dalla via principale, quella che appunto sale verso la Valle Grana, davanti alla fontana delle tre grazie.

Dettaglio della bellissima fontana 

Di lì parte il centro storico, con i portici, chiusi in fondo dalla maestosa parrocchiale, dedicata a Santa Maria Assunta. Di origine medievale, viene riedificata in stile barocco nel XVIII secolo e completata nel Novecento. 

L'interno della chiesa parrocchiale

Si prosegue poi lungo una via stretta in cui sembra di essere catapultati nel Medioevo, con i bassi portici, senza continuità di forme e volumi. A un certo punto si incontra un sentiero sulla sinistra che sale fino alla collina, dove si trova la chiesa di San Giovanni. Essendo solo di passaggio non sono salita anche se sicuramente avrebbe meritato; la chiesa l'avevo visitata anni fa, trovandola aperta senza saperlo; ero salita in auto, per una via piccola piccola, quindi mi sa che conviene salire a piedi; mi ripropongo ovviamente di provvedere in futuro a fare questa passeggiata. Le prime notizie della chiesa si hanno dal 1270 ma forse esisteva già prima, anche se ora la vediamo in forme gotiche per quanto riguarda l'esterno e barocche all'interno. Il campanile è in stile gotico alpino del XIV secolo.

Uno scorcio della chiesa di S. Giovanni

Tornando alla nostra passeggiata nel centro storico, tralasciando quindi la salita, si procede verso l'edificio del vecchio comune, risalente al XV secolo. Sotto il portico si trova quella che ha tutta l'aria di essere la pietra della ragione, quella famosa pietra su cui venivano letti bandi e sentenze. Ho scritto "ha tutta l'aria" perchè in realtà non ho trovato informazioni al riguardo.

L'antico comune

Davanti all'antico comune, se alzate gli occhi, vedrete una finestra in cotto. E' la famosa "finestra di Cecilia": nel 1198 Cecilia, per non sottostare all'abitudine della "jus prime noctis" uccide con uno stiletto tirato fuori dalla sua folta chioma bionda il signorotto aguzzino del luogo, Dusu. La finestra nel borgo antico è quella da cui si affacciava per conversare col suo amato Roldano. La storia è diventata talmente significativa che i tre personaggi sono ora rappresentati dalle maschere carnevalesche.

La finestra di Cecilia

Tornati poi sulla via principale si nota, all'incrocio con via Gioberti un palazzo; quando sono passata io era totalmente coperto da impalcature da restauro ma ho visto il portale, molto particolare, con scolpite in alto figure di animali (pare che provenga dal forte della Consolata di Demonte, smantellato in epoca napoleonica). Il palazzo viene chiamato "del fucile"; pare per la sua forma.  In realtà è Palazzo Marchetti, una famiglia nobile saluzzese che l'ha costruito a fine XVII secolo. Nacque come villa di campagna (all'epoca non c'erano ovviamente tutte le case che ci sono ora) e vi era impiantata anche una piccola filanda. Ora il palazzo è sede della Banca di Caraglio. 

Il portone del palazzo del fucile

Proseguendo in via Gioberti si arriva alla chiesa di S. Maria degli Angeli e, svoltando a sinistra, in fondo si nota una villa in stile liberty. Si tratta di Villa Vacchetta, fatta costruire nel 1910 dall'architetto Vacchetta come residenza personale. Ovviamente è privata quindi non si può visitare ma è comunque uno degli esempi più importanti del liberty cuneese, quindi vale la pena di fermarsi un attimo a osservarne la facciata esterna. 

Villa Vacchetta

Siccome, come spesso mi capita, scopro cose da vedere quando non sono più sul posto, cercando informazioni su internet, se vi piace il romanico vi consiglio anche una piccola tappa alla chiesa dei SS. Pietro e Paolo. Fondata probabilmente entro l'IX secolo, è ora totalmente barocca, ricostruita nel 1600, ma il campanile romanico è comunque rimarchevole.

Anche questa piccola gita è terminata, spero vi sia piaciuta.


Ps. per l'informazione riguardo all'origine del portale del palazzo del fucile ringrazio la pagina facebook "Nel dipartimento della Stura-Cuneo".