venerdì 6 agosto 2021

VERZUOLO, TRA PASCHERO E NOBILTA'

Qualche tempo fa avevo scritto un articolo sul centro storico di Verzuolo, sul nucleo più antico, quello che culmina col castello (potete leggerlo qui) ma questo paesino secondo me è sottovalutato, perchè anche nella sua parte più recente ha diversi edifici interessanti da conoscere. In questo articolo ho deciso quindi di farvi fare una breve passeggiata nella parte più moderna del paese.

Nel titolo ho nominato "paschero e nobiltà", due termini che sembrano contrastanti, in quanto con "paschero" si intendono i pascoli comunitari, che nulla hanno a che fare con gli edifici nobili. Questo perchè moltissimi anni fa, lungo quello che ora si chiama Corso Umberto I, non c'erano quei palazzi nobiliari che si possono vedere ora, ma la zona era rurale e presentava appunto prati e campi. A questo punto, secondo me, pur essendo già passato diverse volte in centro a Verzuolo, qualcuno non ha ancora capito di che zona io stia parlando. E' semplicemente la strada principale del paese, quella che arrivando da Manta, parte subito dopo la piazza centrale e si dirige verso Costigliole, costeggiando poi la famosa fabbrica Burgo. Il punto è che quasi tutti passiamo (mi metto in mezzo anch'io perchè per molti anni non mi sono mai guardata attorno) di lì in macchina per andare da altre parti e non ci rendiamo conto di essere in mezzo all'arte, all'architettura e alla storia. Ecco perchè ho deciso di portarvi alla scoperta di questi luoghi.

Casa Voli

Sappiate che, dove ora passano le macchine, una volta passava il tramway, come in molti altri paesi. E' un dettaglio che mi piace ricordare, provando anche a immaginare come poteva essere la vita di allora. Che poi è storia recente, dato che i binari sono stati smantellati solo verso il 1950, quindi si poteva ancora pensare alle "madame" che magari scendevano dal tramway per andare al mercato, che all'epoca si svolgeva proprio qui, dove ora è isola pedonale. Sempre qui, molto prima, addirittura nel 1500, si giocava al "rubat", una specie di gioco delle bocce. Questo per farvi capire le differenze tra ora e un tempo. 

I palazzi erano inizialmente residenze stabili, per poi diventare invece case di villeggiatura, in quanto i proprietari erano spesso impiegati nell'amministrazione del Regno, tornavano qui per i periodi di vacanza e quando dovevano controllare il lavoro dei fattori e dei loro appezzamenti agricoli. Immaginatevi questi palazzi, magari anche aiutati dalla visione dall'alto di Google Maps, con i loro freschi giardini interni, in cui l'alta società passava il tempo oziando, oppure organizzando gite in collina, soprattutto autunnali, quando i colori dei vigneti erano nel loro massimo splendore. Tutt'altra vita, rispetto a oggi.

Consiglio di parcheggiare in Piazza Martiri (quella dove ci sono i Carabinieri, per intenderci), e di attraversare la strada, sulla destra. Il primo palazzo che trovate sulla destra si riconosce per i portici e per il classico colore rosso. E' casa Giriodi, famiglia di speziali a Venasca. E' stata eretta nel 1668 e, su una colonna, riporta lo stemma della famiglia e una scritta ora incisa su metallo ma che in origine ovviamente era incisa sul capitello.

Lo stemma della famiglia Giriodi
sul capitello

Procedendo sulla destra, all'angolo con Via Muletti, trovate casa Vineis, con la facciata in stile neoclassico del Settecento. Liderico Vineis è stato un avvocato saluzzese, antifascista deportato e morto a Mathausen.

Casa Vineis

Sempre lungo Via Muletti, al civico 20, si trova casa Muletti, con una bella decorazione a vetrate colorate sopra la porta d'ingresso. Delfino Muletti è stato uno storico e scrittore di fine Settecento. Chi è interessato alla storia del saluzzese di sicuro lo ricorderà per la sue numerose pubblicazioni al riguardo.

Casa Muletti

Davanti a casa Muletti trovate una piccola torre angolare, dentro la quale si trovava la cappella privata di casa Quagliotti-Boarelli, edificio della fine del '600. Dal vicolo potete tornare lungo il Paschero e, subito sulla destra, vedere la facciata del suddetto palazzo. Della famiglia Boarelli è da ricordare Alessandra, la prima donna a salire sul Monviso, nel 1864.

Casa Quagliotti-Boarelli

A proposito di Monviso occorre ricordare, sempre sul Paschero, al numero 59, casa Voli. Oggi appartenente all'Opera Salesiana, è caratterizzata da due corpi di fabbrica, di cui uno a mò di torre, con loggia all'ultimo piano. In questo edificio, nel 1863, nasceva l'idea di fondare un club per alpinisti, quello che poi sarebbe diventato il famoso Club Alpino Italiano, su iniziativa di Quintino Sella e dei fratelli Ballada di Saint Robert.

Ai numeri 65 e 75 vi sono casa e palazzo Rovasenda, tardoseicentesco il primo e neomedievale il secondo, in mattoni a vista con tanto di torre. Ditemi se non vi sembra un castello antico. All'interno di casa Rovasenda si trovava il Ritrovo Burgo, inaugurato nel 1925. La Burgo è la famosissima cartiera situata proprio qui vicino e questo edificio prevedeva tutta una serie di servizi per i dipendenti e i visitatori della fabbrica, come mensa, sala giochi, biblioteca eccetera. 

Palazzo Rovasenda

Della famiglia Rovasenda è interessante ricordare Giuseppe, nato proprio a Verzuolo nel 1824. Dopo la carriera diplomatica decise di dedicare la sua vita a studi in campo agricolo, in particolar modo riguardo la viticoltura, iniziando dalle proprietà terriere di famiglia. I suoi studi portarono alla costituzione di un'enorme collezione di vitigni, prima piemontesi, per poi espandersi ad altre regioni italiane ed estere. La raccolta divenne talmente ampia (più di 3500 vigneti!) da dover richiedere di utilizzare un terreno apposito, denominato "La Bicocca" sulle colline di Villanovetta. Di ogni vigneto creò un fascicolo con tutte le descrizioni e le caratteristiche; il tutto venne donato, poco prima della sua morte, agli inizi del Novecento, alla Reale Scuola di Viticultura ed Enologia di Alba. 

Se vi avanza tempo vi consiglio anche un giro nella parte vecchia del cimitero urbano perchè, se l'architettura di questa zona vi ha affascinati, sappiate che anche nel cimitero queste famiglie hanno costruito sepolcri altrettanto artistici e degni di nota. 

Al termine del corso si trova la parrocchiale di Santa Maria della Scala, edificio barocco che sostituisce una chiesa precedente.

Procedendo ancora un po', sulla sinistra si trova il muro della cartiera Burgo, sul quale sono stati affissi dei pannelli che ricordano la storia della nascita di questa azienda così importante per tutto il circondario.

Infine, nella curva che esce dal paese, si trova l'ex mulino Fissore e Sandri, ora trasformato in appartamenti privati. Davanti all'entrata dell'edificio, sull'aiuola, si trovano le raffigurazioni di Griselda e Gualtieri. Chi saranno questi due personaggi? Ve lo racconterò nel prossimo articolo, quando raggiungeremo, tramite la strada che costeggia l'ex Mulino, la frazione di Villanovetta. Alla prossima.