martedì 11 agosto 2020

VERZUOLO: VILLA E ANTICA PARROCCHIALE SS. FILIPPO E GIACOMO

Molti di voi sicuramente sono già passati nel paese di Verzuolo: la Burgo, la piazza, il semaforo (o il contrario, se arrivate da Saluzzo) e fine, vero? Quanti di voi sanno che invece questo paese  ha un centro storico molto interessante da visitare? L'ideale per immergersi in epoche passate? Ecco, io quest'oggi vi voglio portare proprio qui: alla Villa, che non è una casa, ma significa che è il primo nucleo di abitazioni e attività sorto nei pressi del castello (che all'epoca era molto meno imponente di oggi).

L'ingresso del ricetto

Come arrivarci? Se arrivate da Saluzzo girate a destra al semaforo e salite in via Castello; potete parcheggiare in Piazza Buttini (o vicinanze), davanti alla Confraternita. Fino a una trentina di anni fa esisteva la Porta Capala, che segnava l'inizio del borgo. Ora purtroppo ne rimangono solo un paio di monconi ai lati della via (per capirci, dove termina l'asfalto e inizia la pavimentazione a cubetti). Un pannello vi ricorda comunque com'era fatta in passato.

Quel che rimane di Porta Capala

La Confraternita è settecentesca e al suo posto nel 1300 c'era un ospedale di carità; davanti, nell'angolo della via, trovate un piccolo edificio: è la cappella di San Rocco, purtroppo ora tutta murata e senza più decorazioni.

Cappella di S. Rocco

Continuando a salire vi verrà facile sentirvi pare di un'atmosfera di altri tempi, quando circolavano cavalli, carrozze, carretti, e inizierete pian piano a respirare la storia. 

Uno scorcio del centro storico

Prima la storia più recente, con la casa (a destra) in cui nacque nel 1802 il conte Giuseppe Siccardi, Ministro di Vittorio Emanuele II, per poi tornare indietro nel tempo, con case più antiche; alcune sembrano anche fatiscenti ma, con un po' di fantasia, avranno sicuramente qualcosa di bello da raccontarvi: magari un fregio di cotto (anche se interrotto da due balconi) del XV secolo (sempre a destra); oppure un bel dipinto sul muro, come l'edificio che ospitava la Casa Comunale (sulla sinistra): raffigura la Pietà e risale al 1422.

L'affresco sull'antica casa comunale.

Davanti all'antica Casa Comunale si trova la tettoia del mercato coperto: quella di adesso è recente ma, in passato, era stata Margherita de Foix a volere qui una tettoia, come luogo di ritrovo comunitario al centro di tutta la borgata.
Di fianco sale Via Santa Cristina: imboccatela, sulla sinistra troverete un altro dipinto su un muro e, in fondo, una casa ora ristrutturata ma di chiaro impianto gotico.

Casa gotica

Se volete avere uno scorcio molto interessante del castello vi consiglio di salire ancora un pochino e, sulla sinistra, vi si aprirà la vista del maniero, di cui vi parlo qui.

Tornate indietro e riprendete a salire, fino ad arrivare, sulla sinistra, all'antico ricetto con la parrocchiale dei Ss. Filippo e Giacomo. 

Il ricetto

Vi trovate davanti a un complesso di edifici di varie epoche e quindi con vari interventi che, secondo me, lo rendono ancora più affascinante anche se forse poco armonico alla vista: ce n'è per tutti i gusti, dall'XI al XVIII secolo.

Innanzitutto c'è la porta del ricetto (sovrastata dai ruderi della torre di guardia), ma dovete immaginare che nel Medioevo non era tutto qui, c'era anche il ponte levatoio col fossato. 
Oltrepassata la porta vi trovate sul sagrato della chiesa, con a destra il campanile e un cappella ottagonale e qui serve un altro sforzo di immaginazione: il muro di sinistra una volta non c'era, questo perchè la chiesa faceva parte appunto del ricetto, con case e altre costruzioni, che terminava su in alto, oltre la scarpata, con la rocca e quello che poi venne trasformato in castello. 

La cuspide a maioliche 

Il campanile è la parte più antica rimasta, uno dei pochi romanici che si trovano in provincia (un altro lo potete vedere sulla strada tra Revello e Envie, dove ci sono i ruderi della chiesa di S. Massimo). In questo caso troviamo una struttura a cinque piani, di cui il primo è il più antico, risale all'XI secolo, con una porta centinata; gli altri piani sono stati aggiunti successivamente e il quarto venne otturato nel 1581 per renderlo più stabile. La cuspide invece è stata aggiunta nel 1484 e presenta tessere maiolicate; anche in questo caso è uno dei pochi presenti in zona con queste caratteristiche (un altro è quello della chiesa di S. Bernardo a Saluzzo).

La cappella ottagonale invece è del Settecento: era una cappella funeraria sconsacrata dopo la cremazione dell'ultimo esponente della famiglia Boarelli (se il cognome vi ricorda qualcosa forse è perchè a questa famiglia appartenne Alessandra, la prima donna a salire sul Monviso, nel 1864).

La cappella ottagonale

La facciata della chiesa è molto articolata, perchè è stata modificata varie volte col passare del tempo: inizialmente era una chiesa a tre navate, poi è stata trasformata a una navata sola, con l'aggiunta, sulla facciata esterna, di archi per stabilizzare la struttura.
La piccola tettoia sulla facciata ha purtroppo rovinato la ghimberga, che ora si presenta infatti senza punta. 

La facciata della chiesa

Ai due lati del portale vi sono vari affreschi, tra cui quelli di S. Sebastiano e S. Barbara a destra (opera di Pietro da Saluzzo); una Deposizione a sinistra (datata 1472); sempre sulla sinistra  è murata anche una lapide tardo-romana.

L'interno della chiesa

All'interno numerosi sono gli affreschi degni di nota, a partire da quelli delle due cappelle laterali, i più antichi, per poi arrivare anche ad opere più recenti, come una tela di Jean Claret e la cappella dedicata alla Madonna del Rosario.



Interessanti sono anche il crocifisso appeso davanti all'altare e decorato anche nella parte posteriore, e il tabernacolo in pietra verde, del 1473 (se avete visitato la chiesa di S. Giovanni a Saluzzo e in particolare la cappella dei marchesi, ritroverete anche qui lo stesso stile gotico).

Il tabernacolo in pietra verde

Per ultimi ho lasciato gli affreschi più antichi, quelli che si trovano nella piccola cella sotto il campanile: sono di grande interesse perchè, come accennato prima, risalgono all'XI secolo e non se ne trovano quasi più (in provincia rimangono l'affresco di Sant'Ilario di Revello, ora a Casa Cavassa, la chiesa di San Salvatore di Macra, di cui vi ho parlato in passato, e pochi altri).

Dettagli degli affreschi dell'XI secolo

Questi affreschi sono stati scoperti nel 1969, purtroppo molto rovinati dall'umidità, e restaurati successivamente. La cella è totalmente affrescata anche se ora rimangono visibili poche scene riguardanti le Storie di S. Nicola. 

Vi ho solo accennato tutto quanto c'è da vedere, perchè a raccontarvi tutto si scriverebbe un libro; ma sappiate che l'"Associazione per la tutela del patrimonio culturale verzuolese" si occupa, tra l'altro, di effettuare visite guidate a questo splendido luogo. Vi lascio il loro sito, sul quale ovviamente troverete moltissime altre informazioni sulle loro attività e anche sui restauri che sono stati effettuati recentemente. 











Nessun commento:

Posta un commento