venerdì 26 agosto 2022

UNA CERTOSA E UNA PANCHINA

Questa volta vi porto in Valle Pesio, molto conosciuta per sentieri e particolarità in ambito natura, ma anche per la Certosa di Pesio, un complesso ricco di arte e di storia nonché, ovviamente, di spiritualità. Ma non solo, andremo molto più indietro nel tempo, fino all'età del bronzo, per poi fare una bella pausa su una panchina gigante. Partiamo subito.

Vi avevo già parlato dei monaci certosini nell'articolo riguardante il castello di Casotto, sempre nel monregalese (qui l'articolo) e in quello relativo alla Trappa di Barge (se volete rileggerlo o se ve lo siete perso cliccate qui). La certosa di Chiusa Pesio (il comune che la ospita) è stata fondata nel 1173, anche se i monaci erano presenti in zona già prima, presso l'attuale Correria, sul lato opposto rispetto all'attuale complesso. La Correria diventerà poi la sede dei monaci Conversi e i certosini si trasferiranno nel nuovo edificio. Raccontare qui tutta la storia della Certosa è impossibile, come sempre ne uscirebbe un libro. Basti sapere che, come spesso accade, da un piccolo nucleo col passar del tempo il complesso si ingrandisce, si modifica e, in questo caso, viene poi ridisegnato alla metà del '600 dall'architetto di Casa Savoia Giovenale Boetto.

Uno scorcio del chiostro della certosa

Nel 1802 tutti gli ordini religiosi vengono soppressi dal Governo Napoleonico e la maggior parte di beni, arredi e opere vengono dispersi. Molti arredi e oggetti li possiamo ancora oggi ritrovare in zona, come  ad esempio nella chiesa di Lurisia (gli stalli del coro), nel museo di Vicoforte (un leggio e un reliquiario), nella chiesa di S. Maria di Peveragno (un crocifisso e una vasca battesimale, ve ne avevo parlato qui), eccetera.

Il soffitto affrescato della chiesa più recente

Se il complesso di Casotto è stato trasformato in residenza estiva per i reali sabaudi, la Certosa di Pesio invece è diventata uno stabilimento idroterapico, frequentato dalla nobiltà di tutta Europa, tra cui alcune principesse sabaude, Camillo Benso conte di Cavour e Stendhal. Pensate che vi si potevano ospitare fino a 150 persone. Con la prima guerra mondiale anche lo stabilimento chiuse e rimane in stato di semi abbandono fino al 1934, quando arrivarono i Padri della Consolata che la riportarono in vita, rendendola visitabile tutt'oggi.

La chiesa primitiva della certosa

Attualmente è possibile visitare:
  1. - la sala capitolare
  2. - la chiesa duecentesca, molto essenziale
  3. - un piccolo lapidario, sotto il portico della chiesa antica
  4. - la chiesa nuova, costruita nel 1500 sopra quella antica. Colpisce molto per il fatto che le pareti sono spoglie, mentre la volta è completamente decorata. Gli affreschi sono di Giovanni Claret e risalgono al 1600.
  5. - parte del chiostro ottocentesco, non completamente accessibile in quanto utilizzato anche dalla Casa di Spiritualità che organizza incontri ed eventi religiosi.
  6. - lo scalone monumentale del 1700, di Giovenale Boetto
  7. - in fondo allo scalone a destra si trova l'affresco del 500, staccato da una parete del mulino del monastero e raffigurante la Madonna della Misericordia con i lembi del manto tenuti sollevati da San Giovanni Battista e San Brunone (il fondatore dell'ordine certosino).
  8. nel parco è presente uno degli alberi monumentali del Piemonte, un pino strobo di 200 anni, col fusto di 6 metri di circonferenza e alto circa 50 metri. Pensate che io l'avevo visto da piccola, quando avevo visitato la Certosa in gita scolastica, e non l'ho mai dimenticato. E' veramente maestoso.
Queste le cose principali da vedere ma, come dico sempre io, c'è molto di più e lo scoprirete sul posto, in questo luogo di pace, arte e storia, anche grazie ai cartelli che vi accompagneranno durante la visita.


Lungo la discesa della vallata consiglio anche uno sguardo alla facciata dell'antico mulino, con un dipinto sulla facciata. Si trova sulla destra, subito prima del parcheggio che invece è a sinistra.

Il mulino

La tappa successiva è il piazzale davanti all'antica chiesa di S. Anna, che troverete sulla destra. Parcheggiato qui ci si incammina dal lato opposto, su un sentiero in leggera salita. Si arriva in pochissimo tempo all'Archeopark la Roccarina. In questo luogo è stato ricostruito il settore artigianale risalente all'età del bronzo finale (XII secolo a.C.). Questa era una zona abitata già all'epoca e qui sono stati trovati molti reperti, ora custoditi al Museo Avena, in paese, e quindi la ricostruzione è quanto mai utile per capire come lavorassero e come vivessero all'epoca. Ci sono vari cartelli che vi spiegheranno nei dettagli le varie attività, dalla metallurgia alla lavorazione di argilla e ceramica, fino ad arrivare anche alla cava di calce, molto più recente. I monaci certosini avevano già tentato di crearne una, ma è dal 1890 al 1973 che si ebbe il picco di produzione. 

Un'ambientazione dell'archeopark

Costeggiando l'archeopark si prosegue lungo il bel sentiero nel verde e, arrivati nei pressi di un piccolo pilone votivo, la strada si biforca. Tenendo la destra si arriva, in una decina di minuti nel bosco, alla Grangia del Castellar. Le grange erano gli edifici che servivano ai monaci per organizzare il lavoro agricolo nelle varie aree di loro competenza. Ora il nucleo è in rovina ma si può ancora vedere la disposizione dei vari locali, nonchè il pozzo, sul prato antistante. Essendo il luogo panoramico è stato qui costruito un belvedere, con panchine e postazioni da cui potete ammirare il verde della valle ma anche il paese, addirittura con i ruderi del castello di Chiusa Pesio sul lato opposto della collina.

La Grangia del Castellar

Tornando al bivio di cui  parlavo prima si procede in direzione opposta a quella da cui si è arrivati e, in poco, si arriva a una delle ormai famosissime panchine giganti. Qui finalmente ci si può riposare e magari iniziare a pensare a possibili gite future in zona.


Come sempre spero di avervi incuriositi e vi lascio il link della Certosa e quello delle Aree Protette Alpi Marittime, sul quale potrete rimanere aggiornati anche sugli eventi che si organizzano all'Archeopark, e anche scoprire molte  altre informazioni sulla zona.

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