Una visione d'insieme della Certosa |
Qui sorge un antico complesso di edifici che un tempo erano religiosi anche se ora ci vuole uno sforzo di fantasia abbastanza accentuato per riuscire a immaginare come poteva essere questo luogo tra il 1200 e il 1700. Questo perchè, dal 1800 in poi, sono state effettuate varie modifiche agli edifici, molti dei quali ora sono stati adibiti a case vacanze. In questo periodo quindi troverete molte persone e anche cantieri. Però agosto è forse l'unico mese durante l'anno in cui la chiesa è aperta tutti i giorni, per cui bisogna approfittarne se si vuole vedere l'interno, che è l'unica parte che ci fa tornare un po' al passato.
Come sempre, se possibile, vi consiglio di andarci nei giorni infrasettimanali, di sicuro sarà un pochino più tranquillo che non nei weekend. Ma partiamo dall'inizio.
Attorno al 1250 in questa zona esistevano ben tre chiese, una dedicata a S. Salvatore, una a S. Maria e una a S. Giacomo. Le prime due chiese dipendevano dai benedettini di Chateauroux per poi passare alle monache certosine del monastero di Belmonte di Busca. Più avanti cambiarono nuovamente proprietà finchè si trovarono sotto il controllo di Staffarda e vennero donate ai marchesi di Saluzzo, i quali decisero di insediarvi una comunità. Dopo la peste del 1630 i certosini rimasero in pochi e nel 1794 il re Vittorio Amedeo II vi insediò alcuni frati francesi provenienti dal convento de La Trappe, in Normandia. Rimasero per poco tempo in quanto Napoleone abolì tutti gli ordini religiosi e anche qui, come in molti altri luoghi, tutto l'insieme di costruzioni venne smantellato e adibito ad altre funzioni. Gli edifici erano molti perchè i monaci dovevano essere il più possibile indipendenti.
Nel 1795 il convento fu visitato da Carlo Emanuele, principe di Piemonte (futuro Re Carlo Emanuele IV) e dalla moglie Clotilde per adempiere un voto.
Interessante ricordare che il Mombracco è stato nominato da Leonardo, nel 1511, in alcuni suoi documenti che citano le famose cave di quarzite, tipiche di queste zone. Non per niente viene chiamato anche "Montagna di Leonardo" con tutta una rete di sentieri che lo attraversa. A questo proposito, se amate camminare, vi consiglio il libro di Matteo Bianco e Cristian Mustazzu "Le vie del Mombracco", edito da Fusta. E anche se non amate camminare ve lo consiglio lo stesso in quanto si trovano informazioni interessanti anche su questo complesso conventuale e su molte altre chiese, cappelle ed emergenze artistiche che si incontrano percorrendo i vari sentieri. E' un ottimo modo per approfondire la nostra cultura locale, anche se magari solo in modo teorico.
Al complesso si accede tramite un antico portale (a fianco del quale trovate tre colonne di pietra locale sormontate da sculture costruite su bozzetti dell'artista Riccardo Cordero); superando i primi edifici adattati, come dicevamo prima, a case per vacanze, ci si trova davanti alla chiesa attuale.
La foto al portale io l'ho recuperata d'archivio, ancora in analogico, quindi perdonate la qualità; è stata scattata nel 2001; durante la mia visita recente non sono riuscita a scattarne una in quanto c'erano macchine parcheggiate lì vicino.
Intitolata a S. Maria, la chiesa si presenta in modo molto semplice, un'aula rettangolare alla quale si accede tramite un portico che collegava i vari edifici. Sotto al portico venivano anche rogati vari atti amministrativi e, in un angolo, è ancora presente un pozzo.
L'abside è la parte più interessante dal punto di vista artistico, in quanto presenta diversi affreschi cinquecenteschi riportati da poco alla luce (sono ben conservati in quanto erano stati coperti, col tempo, da due strati, uno dei quali composto da malta e latte, applicato dopo la peste del 1630, per risanare l'edificio).
Vi sono raffigurati un'Annunciazione (un angelo, la Madonna incinta e una colomba). Nei due affreschi laterali sono raffigurati probabilmente San Bruno di Colonia e Sant'Antelmo. L'autore è ignoto. I vari personaggi hanno le tra le mani un libro: questo perchè i certosini erano esperti amanuensi e quindi sicuramente anche qui si prodigavano in questa attività. Fino al '500 in questa chiesa era conservata una delle Bibbie di San Tommaso, ora alla Biblioteca Nazionale di Torino.
Oltre alla chiesa è possibile affacciarsi dal belvedere, dietro la chiesa stessa, e avere un panorama spettacolare su tutta la pianura cuneese e scoprire che qui vi sono vigneti della ditta L'Autin, denominati proprio "La Vigna di Leonardo".
Inoltre, dal parcheggio, vi consiglio anche di proseguire un pochino lungo il sentiero (con alle spalle la Locanda della Trappa, in cui potrete sostare per un pasto rigenerante) e avere una visuale diversa del complesso.
Come sempre vi lascio un paio di link per approfondire la conoscenza di questo luogo.
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