domenica 18 dicembre 2022

LEONARDO E UN'OMBRA, TRA SALUZZO E REVELLO

Qualche tempo fa avevo scritto un articolo un po' diverso dal solito. Ero partita da un romanzo, ambientato in parte a Saluzzo, per arrivare a visitare alcuni luoghi del centro storico in cui i protagonisti si trovavano a passare. 
Voglio provare a rifare qualcosa di simile, anche se stavolta non si tratta di un romanzo, ma di ben due saggi riguardanti Saluzzo e dintorni. 
Chi abita in zona ed è un minimo interessato alla storia del luogo ha già di sicuro letto molto, i testi non mancano di certo, tra libri di storia, di arte, guide turistiche. Eppure c'è sempre qualcosa di nuovo da imparare e su cui riflettere. Ed è quello che ha fatto Franco Giletta, professore, artista, scrittore e profondo conoscitore del territorio in cui vive (e non solo). 
I due libri di cui vi ho parlato si intitolano "La tavolozza di Leonardo" e "L'ombra della Torre di Saluzzo", entrambi editi da Fusta. Sono scritti in modo semplice, comprensibile anche a chi non è tanto pratico dell'argomento, e questo è un grande valore aggiunto. La lettura di questi libri può portare tutti a visitare Saluzzo e dintorni con occhi diversi.


Ma entriamo nel vivo dell'argomento. Un po' tutti abbiamo sentito parlare del famoso scritto di Leonardo in cui vengono nominati il Mombracco, la certosa e una tavoletta di pietra che gli è stata donata dall'amico scultore Benedetto Briosco. Tavoletta che, dal 1511 (data dello scritto), Leonardo utilizzerà per i colori dei suoi lavori.

La certosa di cui si parla nel suo scritto è quella della Trappa, ne avevo già parlato in un articolo precedente (lo trovate qui). E la nomina in modo talmente preciso che viene da pensare che il grande Leonardo sia stato nelle nostre zone (la Trappa non è certo Staffarda, conosciuta anche fuori Piemonte, eppure lui la cita come se la conoscesse bene), anche se non abbiamo documenti certi al riguardo. 
Quello che il libro di  Giletta ci fa notare è che, in un modo o in un altro, Leonardo "spunta" qua e là nel Marchesato. Vediamo dove.

La certosa della Trappa, Barge

Leonardo avrebbe potuto ad esempio visitare Staffarda; non era soltanto un pittore ma anche ingegnere e avrebbe potuto essere incuriosito dai lavori di bonifica attorno all'abbazia, all'interno della quale erano poi presenti ben due dipinti di un allievo di Leonardo, il  Giampietrino, ora custoditi a Torino. 

Rimanendo a Revello possiamo (e dobbiamo) senz'altro visitare la Cappella Marchionale, all'interno del palazzo che fu residenza estiva della marchesa Margherita de Foix, donna di grandissima cultura che conobbe anche il famosissimo Cenacolo di Leonardo. E, guarda caso, nella cappella revellese si trova una delle prime otto copie più importanti dell'Ultima Cena. E non è tutto: se osserviamo bene gli apostoli revellesi ci sembrerà di essere osservati. Uno di loro infatti, a differenza di tutti gli altri, guarda verso lo spettatore, e la sua figura si presenta con una lunga barba e lunghi capelli bianchi. E, come se non bastasse, è anche mancino, come Leonardo. Chiaramente non è lui l'autore di questo cenacolo, ma chi ha dipinto potrebbe aver voluto omaggiare il Genio, scomparso nel 1519, l'anno in cui l'affresco è stato concluso. 

La cappella marchionale. Revello

Spostiamoci a Saluzzo, davanti al Duomo, e osserviamo la facciata. Sui lati del portone principale vi sono due statue in terracotta, opera della scuola di Briosco (vi ricordate? L'amico di Leonardo). Guardiamo bene quella di destra, che raffigura San Paolo. Non è forse nuovamente un uomo con lunghi capelli e barba? Franco Giletta ha accostato il viso di questa statua con l'autoritratto di Leonardo (che, vi ricordo, si trova a Torino presso la Biblioteca Reale, e a volte viene esposto, segnatelo tra le cose da vedere, se non l'avete ancora fatto). Cosa ne è uscito? Lo si vede già sulla copertina del libro, sembrano la stessa persona, le due parti del viso combaciano in modo straordinario. Sapete a che anno risale questa terracotta? Al 1511, proprio l'anno dello scritto di Leonardo da cui siamo partiti. Potrebbe quindi essere il suo primo ritratto scultoreo, ci pensate? A Saluzzo. C'è di che essere meravigliati, senza dubbio.

Il portale del Duomo di  Saluzzo

Il secondo libro di Giletta "L'ombra della Torre di Saluzzo", ci porta invece nel centro storico, tra la chiesa di San Giovanni e la Torre Civica
Un po' tutti siamo abituati a viaggiare per turismo durante la bella stagione, il tepore, le giornate lunghe, molta luce. Sì, certo, ma che ne dite di fare un giro nel centro storico di Saluzzo tra il solstizio d'inverno (il 21 dicembre) e l'Epifania? Come dite? Fa freddo? Fa niente, voi andateci lo stesso, di mattina, all'incirca verso le 11, in un bel giorno soleggiato, col cielo limpido. Anzi, andate un po' prima delle 11, sistematevi nella piazzetta antistante la chiesa, o anche all'incrocio tra Salita al Castello e via S. Giovanni. Ora guardate attentamente il campanile della chiesa. Vedrete salire l'ombra della torre civica, poco alla volta, fino a sovrapporsi esattamente sul campanile. Altra meraviglia, scoperta per caso da Giletta qualche anno fa e poi studiata nei dettagli.
Il potere temporale del marchesato, rappresentato dalla torre civica, sembra abbracciare il potere spirituale in una maniera unica; questo perchè i due edifici sono sfalsati di 45° e l'ombra risulta quindi tridimensionale. E, se scattate una foto, provate a volgerla in negativo: l'effetto è ancora più straordinario, l'ombra della torre sembra quasi una struttura interna al campanile. L'evento si ripete da oltre 500 anni ma non è mai stato notato finora proprio perchè dura pochissimo, succede soltanto una volta l'anno e si vede solo dal punto che vi ho descritto prima.

L'ombra della Torre civica sul campanile
di San Giovanni

Il libro riflette su questo evento, simile ad altri in Italia e nel mondo ma non solo, ci sono approfondimenti su altri edifici del luogo, che dovete visitare sicuramente, come Casa Cavassa, il museo civico saluzzese o l'interno della stessa chiesa di S. Giovanni (in cui ci sono collegamenti anche col primo libro di cui vi ho parlato). Ed è anche possibile salire sulla Torre Civica, per avere una visuale più ampia non solo del centro storico ma anche della pianura. Come sempre nei miei articoli non sto a farvi la storia e la descrizione di ogni edificio,   perchè sono molto conosciuti ed esistono numerose pubblicazioni al riguardo, ma ho voluto darvi nuovi spunti di visita.

Concludo con una curiosità. Prima vi ho parlato di Margherita de Foix e Revello. La marchesa era francese ed è sepolta a Castres. Non lontano da Castres c'è un paese che si chiama Revel. E, se adesso cercate di raggiungere Castres in auto, le mappe di internet vi fanno passare dal Colle della Maddalena. Scendendo in Francia, poco dopo Barcellonette, troverete un altro comune che si chiama Méolans-Revel. Coincidenze? Chissà ...

Il palazzo marchionale di Revello con,
a destra, la torre in cui si trova la cappella.

Non vi resta che leggere i due libri e visitare Saluzzo e dintorni, oppure, se ci siete già stati, tornare a visitarla soffermandovi su aspetti che, a prima vista, passano inosservati, pur essendo davanti ai nostri occhi, e invece sono importanti per approfondire la conoscenza del luogo in cui ci troviamo.

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