lunedì 18 luglio 2022

PEVERAGNO

Peveragno, secondo me, è uno dei tanti paesi sottovalutati della nostra provincia. Molto conosciuta per la fragola, con tanto di sagra e miss, abbastanza conosciuta ormai per una delle famosissime panchine giganti che sbucano come funghi, ma quanti si sono soffermati sul centro storico? Io stessa ammetto di conoscerlo pochissimo e infatti, quando ci sono stata, sono rimasta stupefatta da quante particolarità ci fossero da vedere per vie e stradine del centro. Ma, come sempre, partiamo dall'inizio.

La chiesa di S. Giorgio, sulla collina

Peveragno è un bel paesino situato tra Cuneo e Mondovì, ai piedi del monte Bisalta. E' nominato per la prima volta nel 1299 nella forma di Piperanium, dalla famiglia morozzese dei Pipa, che dominava molti territori in zona. Ma la storia del luogo è molto più antica. Parte da un luogo che si chiamava Forfice, che era il primissimo insediamento del comune, situato verso l'attuale frazione Madonna dei Boschi. Ormai del borgo non rimane praticamente più nulla, anche se esiste ancora la chiesa di S. Pietro in Forfice; a un certo punto gli abitanti hanno deciso di trasferirsi nel nuovo borgo, che cresce e diventa l'attuale comune. 

Uno scorcio di via Giordana di Clans

Per visitare il paese io ho parcheggiato nella piazza principale, quella del comune, il cui nome ufficiale è Piazza Toselli, poi vi racconto chi è stato quest'uomo. A piedi attraversate Via Roma e infilatevi in Via Giordana di Clans, per immergervi subito nella parte più antica. Vi accoglierà un murales raffigurante una piantina del 1857, poi vedrete insegne dei negozi dipinte sui muri, meridiane e antiche botteghe. A un certo punto arriverete a un'antica casa medievale, con gli archi in mattoni e i portici bassi (ps. alzate gli occhi, guardate l'affresco di una principessa e continuate a leggere per scoprire chi era). E poi un piccolo pozzo, che veniva usato da tutti gli abitanti del borgo. Successivamente si trova la Confraternita, molto probabilmente progettata da Francesco Gallo di Mondovì e attualmente usata per mostre ed eventi. 

L'arco del ricetto

Si passa poi sotto l'antico arco del ricetto, l'unica porta di accesso al paese rimasta. Si intravedono ancora resti di affreschi con iscrizioni in latino, una delle quali risale ai tempi in cui Amedeo VIII di Savoia incorporò Peveragno nei suoi domini, nel 1419.

Piazza Carboneri

Oltre l'arco si trova Piazza Carboneri con una fontana (ne esisteva una già moltissimi anni fa anche se questa è più recente) e, in fondo, altri edifici porticati con murales che raccontano frammenti di storia locale.

La casa natale di Pietro Toselli

Proseguendo per via Abate si incontra, sulla sinistra, la casa natale di Pietro Toselli, maggiore caduto eroicamente all'Amba Alagi nel 1895 (il cui monumento, di Ximenes, si trova nella piazza in cui avete parcheggiato).

Stemma dei Campana, in piazza Santa Maria

Si arriva infine in Piazza Santa Maria, in cui conviene sostare un momento. Subito di fronte a voi c'è un'antica casa del XV secolo, con un piccolo portico che ora ospita un bar. Era casa Campana e, sul pilastro angolare in pietra, si notano ancora le effigi di un cavaliere e lo stemma della famiglia, con appunto raffigurate delle campane. In più potrete cercare una cosa che io ho scoperto esistere soltanto dopo essere stata in paese, e cioè un'effige sul pilastro di una casa raffigurante una forbice, ricordo dell'originario borgo di Forfice (chiamato così perchè situato alla biforcazione tra due vallette).

La statua di Vittorio Bersezio

Nella stessa piazza si trovano anche la chiesa di S. Maria del Paschero (dentro la quale si trovano una croce di marmo e una vasca battesimale provenienti dalla Certosa di Pesio) e, a lato, la statua di  Vittorio Bersezio. Commediografo, autore della commedia dialettale "Le miserie 'd Monsù Travet", è qui ricordato in quest'opera di Bistolfi.

Procedendo per via Marconi si arriva in Piazza XXX Martiri, che vuole ricordare 30 peveragnesi morti durante una rappresaglia nazista nel 1944. 

Murales in via Roma

La passeggiata prosegue lungo Via Roma, la via principale del paese, costellata di murales che ricordano le antiche botteghe del luogo e altre caratteristiche storiche che vi accompagnano fino al punto di partenza, Piazza Toselli. Se girate attorno all'edificio comunale vedrete, nel cortile retrostante lo stesso, un pezzo di muro: era parte della porta Pusterla, una delle porte di accesso al paese.

Resti di porta Pusterla

Come sempre, io vi ho dato delle indicazioni e non vi ho di certo raccontato tutto; ma sappiate che, passeggiando comodamente, potrete scoprire molto altro sul paese, grazie anche agli ottimi cartelli turistici sparsi ovunque, che non mancheranno di raccontarvi altre storie.

Terminata la visita al centro ci si può dirigere verso la collina di S. Giorgio (se volete c'è un parcheggio comodo davanti a un supermercato di un noto marchio). La camminata non è lunga e si arriva alla panchina gigante, una delle prime sorte in provincia e, mi pare, l'unica con una specie di meridiana solare raffigurata dietro la panchina, sul terreno. I raggi del sole passano attraverso un cuore intagliato sullo schienale della panchina e raggiungono il quadrante. Per saperne di più non vi resta che salire e leggere la spiegazione completa.

Il cuore della panchina gigante

Ma, la cosa che più mi ha sorpresa quando sono salita sulla collina, è un edificio che per me è stato assolutamente inaspettato, non avevo idea della sua esistenza. E' la cappella di San Giorgio, molto molto antica. Fu infatti, ben probabilmente, fatta costruita dai trasfughi di  Forfice che, arrivati nella nuova zona di residenza, volevano un edificio a protezione del nuovo borgo. Risale quindi circa al XII secolo. Al suo interno c'erano molti affreschi, raffiguranti San Giorgio che sconfigge il drago e libera la principessa. Parte dell'affresco è stata rubata a inizio degli anni '90 ma, vi ricordate l'affresco della principessa che vi ho nominato a inizio articolo? Proprio lei, era l'affresco della chiesa di S. Giorgio, riprodotto nel borgo antico grazie a un peveragnese.

La facciata della chiesa di S. Giorgio

La chiesa è anche conosciuta dagli amanti dell'archeo-astronomia in quanto, nel giorno del solstizio invernale, il sole illumina per due volte i dipinti attraverso le finestre. Ma non è tutto qui. E il campanile? Così "strano"? Non vogliamo parlarne? E proprio questo l'inaspettato che mi ha stupita così tanto: un campanile a forma di minareto (più unico che raro, penso, in provincia), in ricordo di Mario Lago, peveragnese Governatore di Rodi e del Peloponneso dal 1922 al 1936. Pensate che, nell'isola di Rodi, fu fondata una colonia chiamata Peveragno Rodio. Come dite? Ci volete andare? Beh, sappiate che la colonia ora è quasi tutta occupata da edifici militari, quindi non accessibile, ma alcune parti sono quanto meno avvicinabili, come la chiesa, mentre altre strutture agricole sono ora usate come punto vendita per prodotti locali. E' sempre curioso, per me, trovare corrispondenze cuneesi anche al di fuori dell'Italia.

Avete visto quante cose belle ci sono da scoprire in questo bel borgo? Mi raccomando visitatelo e fatemi sapere se vi è piaciuto come a me.

venerdì 1 luglio 2022

NON SOLO LAVANDA

Sale San Giovanni: nel periodo di fioritura della lavanda, cioè adesso, fine giugno, inizio luglio, chiunque parla di questo paese delle Langhe, ovunque si leggono notizie, si vedono foto. I social sono ormai color lavanda. Ma, come dico sempre io, c'è molto di più. 

Il castello

La prima volta che ho visitato il paese, anni fa, è stato durante la domenica di festa, col mercatino, una folla immane, mi è servito per farmi un'idea del posto, ma non è il tipo di giornata che piace a me.
Ho deciso quindi di tornarci, quest'anno, in settimana, al mattino presto (anche se dicono che per fotografare i campi di lavanda sia meglio il momento del tramonto). Anche in questo caso c'era gente, ma era comunque tutto più vivibile e tranquillo.
E, siccome ho visto persone scendere dalla macchina, fiondarsi nei campi, fare un po' di foto e poi ripartire e andare via, ho deciso di scrivere questo articolo per far capire che può essere interessante anche fare un giro nel piccolo ma caratteristico borgo.

Dal 1948, il comune è autonomo, prima era unito a Sale Langhe, che si attraversa arrivando da Ceva per arrivare ai campi di lavanda. Il nome potrebbe derivare dall'antica tribù dei Salluvii e la zona era abitata già all'epoca dei romani, come da ritrovamenti di lapidi che ora sono collocate nella chiesa parrocchiale.

Ci troviamo su un bel luogo panoramico (non per niente quando era unito a  Sale Langhe questa era una frazione di nome Bricco), a circa 600 metri di altitudine; ovunque si guardi si vedono colline, campi fioriti, e anche il treno, che non passa lontano; qui la natura circonda veramente tutto il paese.

Una volta parcheggiato nello spiazzo vicino al cimitero si può vedere subito la pieve di S. Giovanni, che fino al 1380 era la parrocchiale. Questa chiesa risale al 1000 ed è  stata costruita su un antico tempio pagano. Ora è inglobata nel cimitero e, sulle pareti esterne, si vedono antiche lapidi che ricordano chi ha abitato il luogo. L'interno della chiesa presenta affreschi che vanno dal Trecento al Seicento. La chiesa è visitabile, nel periodo di fioritura della lavanda, nei weekend. Più avanti vi lascerò tutte le info.

La pieve di San Giovanni

Dopodichè si può passeggiare lungo la stradina che porta nel centro vero e proprio del paese. Si incontra la chiesa di San Sebastiano, costruita come ringraziamento per la fine della pestilenza del 1350. Le pitture, restaurate nel 2000, raffigurano la Morte, che non risparmia nessuno.

Gli affreschi della chiesa di S. Sebastiano


Passando sotto a un arco si arriva nella piazzetta, dominata dal castello dei marchesi Incisa di Camerana. Di origine medievale è stato ristrutturato in varie epoche diverse; la forma attuale risale al 1800; ho sempre trovato caratteristico il portone di accesso, in forme ogivali. A differenza di quanto indicato online, il castello è privato e non visitabile.

Il portale del castello

Nella piazzetta c'è anche l'attuale chiesa parrocchiale di San Giovanni, riedificata sulla medievale chiesa di San Siro. 
Sulla sinistra il viottolo inizia a scendere e, sulla parete laterale della chiesa, c'è una bella meridiana. Si passa poi sotto a un portico, dove un cartello ci fa capire che un tempo qui c'era la scuola comunale. 

La scuola sotto il portico

Terminata la passeggiata vi lascio qualche informazione sulla lavanda: ci sono diversi percorsi, da fare a piedi, per avvicinarsi ai campi (anche di altre piante officinali), alcuni più lunghi e impegnativi, altri più brevi e comodi. Le strade infatti sono chiuse al traffico, durante i mesi di giugno e luglio. Nei weekend, con un contributo di 2 euro, potrete avere in cambio la visita guidata della pieve di San Giovanni e della chiesa di Sant'Anastasia (di cui non vi ho parlato perchè è fuori paese e non ci sono andata). Vi lascio il link al sito su cui potrete trovare tutte le informazioni che cercate, e anche molto di più.