Pian Munè, in Valle Po, nel comune di Paesana, è nata come località sciistica, anche se abitata probabilmente già nella preistoria (ma di questo parleremo più avanti). Dopo un periodo "morto" in cui era solo la natura pura a farla da padrona, ora la località è risorta, grazie anche all'impegno dei giovani gestori dei due rifugi.
Ho nominato lo sci, la montagna ma, come ben sapete, sul mio blog non tratto argomenti sportivi di questo tipo quindi vi racconto cos'altro potete fare.
Prima di tutto a Pian Munè ci si arriva comodamente in auto. Salendo noterete diversi spiazzi per parcheggiare e diverse stradine, quasi tutte portano a gruppi di case. Se sarete in zona in questo periodo, noterete i favolosi colori degli alberi, sbizzarritevi con le foto.
Foliage lungo la strada per Pian Munè |
Qualche curva prima del rifugio vi consiglio di fare una sosta sulla destra: trovate un ampio spazio per parcheggiare, una fontana, un paio di tavoli con panche. Di qui,con una passeggiata di circa mezzoretta (scarponcini mi raccomando, non sandali) potete arrivare a Bric Lombatera, un'area in cui osservare numerose coppelle, cioè incisioni rupestri, che testimoniano la presenza dell'uomo in questa zona in tempi antichissimi. Da questo punto poi è ottima la vista sul Monviso.
Le coppelle preistoriche di Bric Lombatera, vista Monviso |
Dal lato opposto avrete invece la visuale sul Montebracco, sulla bassa Valle Po e sulla pianura, tempo permettendo ovviamente. Qui una foto che ho scattato il 1 gennaio di qualche anno fa, quell'"isola" che vedete nella nebbia è la punta del Montebracco, nebbia in pianura e a Bric Lombatera c'era il sole. Uno spettacolo.
La punta del Mombracco da Bric Lombatera |
Riprendendo la macchina proseguite la salita e arriverete al piazzale di Pian Munè, a 1535 metri di altitudine. Qui potete parcheggiare e godervi l'aria di montagna. Se il rifugio è aperto vi consiglio di pranzare, magari con una buona polenta, o di far merenda con una fetta di torta. Prodotti locali e gusto a volontà.
Davanti al rifugio parte il sentiero sterrato che, a un certo punto, si dirama: se prendete la via a sinistra, in discesa, arriverete al rifugio Bertorello (una cinquantina di minuti, dicono i cartelli, quindi direi di lasciarlo a chi cammina speditamente); dritto invece il sentiero sale e arriva al rifugio a monte (90 minuti circa, anche questo per camminatori, ma dopo vi parlo di come fare per evitare questa salita). Di fronte invece trovate l'ingresso al bosco didattico La trebulina.
Il sentiero nel bosco |
E' un bosco didattico ma non è solo per bambini, ovviamente. La passeggiata è semplice e molto interessante per tutti, ci sono i cartelli che vi raccontano delle varie piante che troverete lungo la strada, oppure degli animali che vivono in queste zone. Aguzzate la vista perchè animali scolpiti nel legno vi stanno osservando, poi ci sono cascate, muschi e licheni, ruscelli eccetera. E, soprattutto, è un bosco vivo, se ci siete stati un po' di tempo fa e ci tornate, troverete di sicuro qualcosa di diverso.
Una panchina di legno scolpito |
Anche qui in autunno potrete fare ottime foto a tema foliage, a volte anche con tanto di funghetti che sbucano qui e lì, e quest'anno ci sono anche le decorazioni nella settimana di Halloween, per cui vale la pena di fare un giretto.
Il bosco ad Halloween 2019 |
Vi parlavo prima del rifugio a monte dei 90 minuti di camminata. Per evitarli bisogna andare a Pian Munè quando la seggiovia è aperta, et voilà, risolto il problema. Ci si gode il panorama da comodamente seduti e si riescono a fare foto dall'alto.
Panorami dalla seggiovia |
Scesi dalla seggiovia troverete appunto il rifugio per rifocillarvi e potrete fare due passi. Senza grosso sforzo arriverete alla zona chiamata il Fontanone, da qui il panorama sul Monviso è davvero favoloso e, se siete fortunati, riuscirete a vedere persino il Cervino (del resto dal Plateau Rosà ho visto il Monviso, normale quindi anche il contrario).
Il Monviso dal Fontanone. Vuoi non fare un autoscatto ricordo? |
Da questa zona partono anche itinerari più impegnativi, verso i Laghi Luset e Garitta Nuova. Anche questi li lasciamo ai camminatori esperti.
Un nuovo itinerario che parte dal rifugio a valle è quello per la cava abbandonata. Una volta infatti in questa zona si estraeva "la pietra verde". Ho lasciato quest'informazione per ultima perchè purtroppo non ho ancora avuto occasione di fare questo itinerario, la prossima primavera non me lo faccio scappare. Se qualcuno di voi però c'è già stato mi faccia sapere com'è.
Per ogni informazione (orari, aperture seggiovia, info su sci, trekking, eventi, cene eccetera) vi lascio il link dei rifugi, ma seguiteli anche sui social, così sarete sempre aggiornati su tutto quanto c'è da fare in zona.
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