lunedì 31 agosto 2020

ELVA

Elva è un fantastico borgo della Valle Maira, incastonato tra le montagne. In estate si raggiunge anche dalla Valle Varaita, attraverso il colle di Sampeyre ma la strada più comune è quella che sale verso Stroppo staccandosi dalla via principale per la Val Maira. Una volta esisteva anche un'altra strada, che saliva sempre dalla val Maira, era spettacolare, scavata totalmente nella roccia, strettissima e, a un certo punto, è diventata pericolosa, nel senso che si rischiava di trovarsi una bella pietra in testa e quindi è stata chiusa. Qualche temerario continua a percorrerla ma io non lo consiglio, se c'è un divieto è meglio rispettarlo.



Il nome Elva potrebbe derivare dagli Helvi, tribù che anticamente abitava questa zona. Il paese è situato a 1637 metri di altitudine, ormai è abitato da meno di cento persone, anche se consta ancora di una trentina di frazioni. 
Una piccola curiosità: si dice che, murato in una colonna della chiesa in frazione Gorra, ci sia il "libro del comando", cioè un libro magico che fu di proprietà di un prete locale. La leggenda vuole che un giorno qualcuno era riuscito ad aprirlo di nascosto dal sacerdote ma, non sapendolo usare, aveva scatenato il finimondo. Per fortuna il prete tornò e riuscì, leggendo le parole in modo corretto, a ripristinare la pace. Da allora il libro è stato murato proprio per evitare che qualcun altro lo usasse male.



La borgata principale è Serre, dove si trovano la chiesa e il museo dei capelli. Appena arrivati d'obbligo è un giretto tra le viuzze, a osservare le case, alcune molto antiche (notate le date incise sui muri, molte risalgono anche a fine Ottocento), le decorazioni tipicamente montane, con fiori piantati dentro scarpe vecchie e molti altri dettagli caratteristici.



La perla di Elva, forse di tutta la vallata e sicuramente anche uno dei monumenti più importanti di tutta la provincia è la chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta. Vista da fuori magari può anche sembrare soltanto una classica chiesetta di montagna (risale al 1200), col portale decorato dalle "têtes coupées" (che si ritrovano spesso nelle vallate alpine, in particolar modo in valle Varaita) ma, una volta entrati, rimarrete senza fiato.



L'interno è totalmente decorato da Hans Clemer, non per niente denominato "Maestro d'Elva".  Clemer fu l'artista preferito del marchese Ludovico II, fu attivo nel saluzzese a fine 1400 e il suo stile pittorico ricorda le origini fiamminghe. La scena clou di tutta la chiesa è la crocifissione. Guardando le foto capirete perché, anche in questo caso, non sto a farvi la descrizione di tutti gli affreschi, le scene sono veramente moltissime. Vi potrà venire in aiuto l'app "Elva", scaricabile sul vostro telefono, e informazioni più dettagliate le trovate a questo link, ma c'è da dire che questa chiesa è talmente famosa che troverete approfondimenti anche su ogni libro o guida che parli della vallata, se preferite il cartaceo.



Rimarchevole, in chiesa, è anche l'acquasantiera in pietra dei fratelli Zabreri, famosissimi scalpellini locali, specializzati in fonti battesimali.


Di fianco alla chiesa c'è il cimitero che reca sulla porta il nodo di Salomone, uno dei più antichi e famosi simboli esoterici, che è diventato poi il simbolo di tutta la Val Maira su dépliant e pubblicazioni. In parole povere, il nodo rappresenta la via che deve percorrere un'iniziato per arrivare all'illuminazione. Lo trovate anche presso il lazzaretto in frazione Caudano di Stroppo, ma questa è un'altra storia.


Uno scorcio

Torniamo a noi, se prima avete fatto già un giretto avrete facilmente notato un'antica casa che ospita il Museo dei capelli. Tra il Settecento e l'Ottocento, gli abitanti di Elva intrapresero l'attività di "pellassier", cioè di commercianti di capelli, per integrare le loro entrate derivanti dall'agricoltura e dall'allevamento. I capelli venivano raccolti e poi venduti o scambiati nei vari mercati della provincia o della Francia. Il museo ricorda questa attività che fu molto importante per la comunità elvese.


Un vicolo del paese

Per il pranzo io consiglio la Locanda di San Pancrazio, sempre in borgata Serre, vicinissima al Municipio: la sala interna è vetrata, così da poter godere di un ottimo panorama sulla natura circostante. Anni fa avevo anche comprato da loro una birra artigianale alla patata di montagna, si chiama Bodi Beer. Non so se ora la vendano ancora ma, nel caso, prendetene una bottiglia, di sicuro è un prodotto originale.

Il portale della chiesa parrocchiale

Detto ciò si può riprendere la via del ritorno ma vi faccio ancora fermare una volta. Scendendo, nei pressi del colle (all'incirca dove c'è il locale "La sousto du col"), c'è un sentiero sulla destra. In un quarto d'ora circa a piedi arriverete alla chiesetta di S. Giovanni, particolare perché rotonda. Ci sono anche una piccola area attrezzata con tavolo, panche e fontana. 

La chiesa di S. Giovanni

Se proseguite ancora oltre arriverete alla famosa pietra sporgente, chiamata "fremo 'ncuncunà", cioè "donna accovacciata". Luogo di grande fascino, con un panorama stupendo e l'emozione di mettere i piedi su una pietra guardando il vuoto (ovviamente facendo attenzione!)

La "fremo 'ncuncunà"


L'escursione sarebbe finita ma vi lascio qualche indicazione di altri luoghi che potreste vedere qui in zona, sempre sulla stessa strada così, a vostro piacere, deciderete dove vorrete ancora fermarvi, anche in base al vostro tempo:
- borgata San Martino Superiore (io avevo fatto un giro veloce, è una borgata molto carina);
- santuario di Morinesio, in frazione Cucchiales
- chiesa di San Peyre di Stroppo (qui mi ero fermata, la chiesa è aperta raramente ma è uno luogo molto fotografato perché veramente scenografico. La chiesa risale al XII secolo ed è stata utilizzata fino al 1800. Sul portale c'è una data che viene interpretata in vari modi, 1092, 1292 o 1492, lasciando così indefinita la data di fondazione. A questo link scoprirete altro)
- lazzaretto in frazione Caudano di Stroppo (purtroppo non ci sono mai stata, ma è in lista delle cose da visitare. L'esterno comunque è sempre visibile, mentre l'interno è aperto anche questo raramente, bisogna tener d'occhio gli eventi della vallata).


Come sempre  vi lascio il link al sito turistico di Elva, così potrete approfondire.

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