lunedì 25 maggio 2020

"I PALADINI DEL QUEYRAS" E SALUZZO

Questo articolo è un po' diverso dai precedenti, in cui parto subito a descrivervi la destinazione scelta.  Stavolta parto da un libro, "I paladini del Queyras", di Davide Rabbia, edito da  Fusta, per arrivare ai luoghi da visitare. 


Due parole sul libro: è un romanzo storico che si svolge tra il Queyras, Saluzzo, il torinese e Milano; ambientato nel 1587 racconta le storie di diversi personaggi, tra cui il famoso Duca di Lesdiguiéres, ma anche di uomini e donne più "comuni", in una trama di intrighi, battaglie, sotterfugi, storie d'amore, d'amicizia e tutto quanto serve per renderlo un libro godibilissimo. Se poi conoscete già un po' le nostre zone sarà sicuramente ancora più bello da leggere, perché riconoscerete molti dei luoghi descritti e di cui vi verrà raccontata anche un po' la storia, per capire meglio il periodo in cui si svolge l'azione.

La prima parte è ambientata a Château Queyras, in Francia, col suo castello e i suoi sotterranei. Non so voi, ma io quando visito un castello provo sempre a immaginare che cosa si cela dietro le varie porte e porticine precluse alla visita e  il libro, da questo punto di vista, non delude di certo. Ma, siccome il mio blog parla della provincia di Cuneo non mi dilungo in territorio francese, ma mi sposto subito al Colle dell'Agnello, nominato più volte tra le pagine, in quanto passaggio obbligato da Château Queyras all'Italia. Chiaro che a fine 1500 i nostri protagonisti non hanno di certo viaggiato sulla strada asfaltata che noi tutti ora conosciamo, ma possiamo facilmente provare a immaginare il loro viaggio, molto meno comodo e agevole rispetto ad ora. Il colle è ora aperto soltanto nel periodo estivo, fino alla metà di ottobre circa. 

Il colle dell'Agnello

I nostri viaggiatori percorrono tutta la Valle Varaita (vi raccomando i paesi di Pontechianale, Casteldelfino, Sampeyre, ma un po' tutti hanno qualcosa di interessante da vedere) per giungere finalmente a Saluzzo, all'epoca borgo raccolto quasi tutto attorno alla Castiglia, con le stradine che scendono fino alla Cattedrale, da poco costruita, e spesso protagonista tra le pagine del romanzo.


E qui voglio fermarmi a fare una riflessione: chi visita Saluzzo, sia in autonomia sia con visite guidate, capisce subito che è un luogo nobile, importante; con un po' di fantasia magari si immagina anche i marchesi che passeggiano per le vie, anche se poi magari difficilmente lo facevano sul serio, preferendo rimanere al sicuro nel castello. Quindi? Chi avremmo potuto incontrare passeggiando a quei tempi? Soldati, giovani fanciulle che si specchiavano nell'acqua delle fontane magari sognando il loro amato, donne al mercato, quello che c'è ancora oggi, ai "Porti Scur" e che permetteva, se non di acquistare, anche solo di ammirare prodotti che arrivavano da luoghi lontani ...


Lungo le stradine si poteva incontrare anche un cavaliere, diretto chissà dove, o un messaggero, che doveva cercare di non farsi notare per recapitare scritti segreti.


Dopo questa riflessione io vi consiglio di visitare, nella Castiglia, il Museo di Civiltà Cavalleresca, per poter conoscere ancora meglio quei tempi, capire come vivevano, quali edifici esistevano già allora e le modifiche che hanno subito nel corso dei secoli. Vi assicuro che vi sembrerà di essere catapultati indietro nel tempo, cosa che poi succede anche leggendo.


Una visuale ancora più particolare del centro storico potete averla salendo in cima alla Torre Civica. Da lì è come se poteste vedere, senza essere visti, tutto quanto succede sotto, magari davanti alla chiesa di S. Giovanni o lungo la Salita al Castello. Questa parte nel libro non c'è, ma di sicuro anche all'epoca c'era qualcuno che stava di vedetta a controllare il borgo medievale; come capita anche adesso "il paese è piccolo, la gente mormora", che sia sulla torre o dietro una persiana semichiusa.

La Castiglia vista dalla Torre Civica


Ovviamente non vi racconto tutto quanto c'è da vedere a Saluzzo, altrimenti mi dilungherei troppo, il mio intento era soltanto quello di farvi capire che anche da un libro si può prendere spunto per visitare dei luoghi o, se si conoscono già, per riuscire a vederli con occhi diversi e da un altro punto di vista.


Ah, dimenticavo, il Monviso sbuca ogni tanto, magari quando girate l'angolo di una via, non ve lo aspettate ma lui è lì, c'era già ovviamente nel 1587 e  ha visto di tutto … e lo ritroverete anche continuando a leggere, perché i protagonisti si spostano verso il torinese, verso i Laghi di Avigliana (anche questi ve li consiglio, così come i ruderi del castello, molto ben curati) e verso la famosissima Sacra di S. Michele, in cui si svolge parte della storia.

In pratica, avendo per base Saluzzo, potrete gironzolare addentrandovi nei luoghi descritti tra le pagine e anche trovarne molti altri, tutti stupendi.

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