lunedì 26 agosto 2019

BELLINO


Oggi vi porto in Valle Varaita, alla scoperta di un paesino forse meno conosciuto rispetto ad altri, ma comunque molto interessante da visitare: Bellino. Si trova in una vallata laterale, salendo dopo Casteldelfino sulla sinistra.

Il paese è composto da dieci borgate, ovviamente tutte con costruzioni di tipo alpino, in pietra e legno, i vicoli stretti, i balconi in legno e i tetti spioventi in modo da proteggere le stradine dalla neve. 

Un progetto molto particolare che riguarda questo paese è "Bellino solare". Il comune ha infatti ben 32 meridiane, che sono state restaurate a partire dal 1999. Se ne trovano un po' in tutte le borgate, cercatele e ammiratele. Io vi parlerò ovviamente di quel che ho visto io, cioè di due o tre frazioni ma, come sempre, ognuno può fermarsi a piacimento e scoprire nuove cose.

In fondo alla vallata si trova la frazione Sant'Anna, conosciuta soprattutto per le colonie estive ma anche come base di partenza per un sacco di sentieri escursionistici, con tanto, volendo, di via ferrata, o ricerca di costruzioni militari del vallo alpino. Per questi argomenti ci sono sicuramente siti più specifici.



Rocca Senghi


La frazione non ho potuto visitarla perchè, quando sono andata io l'ultima volta, pioveva, ma vi vorrei parlare un po' di  Rocca Senghi, la vedete nella foto, che chiaramente non è recente, bisogna tornare in un bel giorno di sole. Dal parcheggio di Sant'Anna incamminatevi lungo il sentiero e dopo un po' ve la troverete davanti: una mega pietra ovale che sembra persino fuori posto. La leggenda vuole la sua formazione a opera del diavolo il quale, durante una diatriba con Dio, si è messo a scagliare pietre per la vallata.

Il sentiero chiaramente poi continua, io invece torno indietro in auto e mi fermo alla frazione Chiazale, sulla destra scendendo. Probabilmente è il nucleo più antico della vallata e, in tempi più recenti, qui esisteva anche una stazione di Regie Guardie Doganali.
Si trova a 1700 metri di altitudine e il sentiero principale  è quello dello Chemin Royal, cioè la strada che si percorreva prima che esistesse quella asfaltata. 
Nel centro del paese trovate comunque un pannello con molte informazioni storiche.


Cappella dell'Angelo Custode

In fondo al paesino trovate la cappella dell'Angelo Custode, sulla cui facciata potrete vedere una delle tante meridiane presenti in borgata.


La frazione Chiazale vista dalla strada asfaltata

Scendendo ancora consiglio una fermata in borgata Celle. La borgata si presenta con due stradine parallele, di cui una è sempre lo Chemin Royal, anche qui un pannello esplicativo vi racconterà di più sulla borgata. Ci sono due chiese (quella principale con affreschi molto colorati sotto il portico e il piccolo cimitero retrostante), varie meridiane e angoli molto caratteristici.


La Chiesa di Celle



Una delle tante meridiane

E questo è solo un assaggio, Bellino offre molto di più. Ad esempio in borgata Celle esiste anche un Osservatorio Astronomico, se può essere di vostro interesse vi lascio il link alla pagina apposita sul sito del comune .

Buona gita in Valle Varaita, e fatemi sapere quante altre cose belle avete trovato da vedere.

mercoledì 21 agosto 2019

ROCCA DE' BALDI

In genere cerco di fare articoli più brevi possibile, per non annoiare, ma in questo caso ci sarà qualche riga in più. Il luogo che visiteremo è piccino ma estremamente ricco di storia e di cose da scoprire; se vi piacciono i borghi antichi e i castelli un po' diversi dal solito seguitemi.

Rocca de' Baldi è un paesino a metà tra Cuneo e Mondovì; per raggiungerlo bisogna allontanarsi dalle strade più frequentate e andarlo a cercare appositamente. E' suddiviso in due "zone": quella più moderna in basso, sede comunale, e poi il vero e proprio borgo medievale, un po' più in alto. Ed è qui che vi voglio portare oggi.



Il borgo medievale, ormai abitato da pochissime persone, è caratterizzato da antichi palazzi, alcuni anche nobiliari, strette stradine, portici bassi; vale la pena di farsi un giro per le stradine assaporando un silenzio che sa di storia. Purtroppo alcuni edifici avrebbero bisogno di più manutenzione, il paese potrebbe far concorrenza a diversi borghi ben più famosi, ma si sa che le finanze sono quel che sono e quindi godiamoci tutto il possibile, magari fingendo di essere un personaggio d'epoca.


Via Prandi e la torre civica.

Sulla piazza principale troviamo:
  • il castello, del quale vi parlo tra poco;
  • la chiesa dedicata a S. Marco (quando sono andata io purtroppo era chiusa ma se la trovate aperta vedrete un favoloso altare barocco, sproporzionato rispetto alle dimensioni della chiesa; questo perchè era situato in origine a Mondovì in un convento,e quando questo è stato soppresso, il marchese Gaspare Morozzo ha deciso di portarlo a Rocca de' Baldi, visto che era stato commissionato dai suoi antenati. Fu quindi smontato e spostato con ben 177 carri, nel 1803);
  • il palazzo Prandi (che ha ospitato Papa Pio VII durante il suo esilio da Grenoble a Savona, nel 1809);
  • la sede dell'ex municipio, che vede sulla facciata un affresco raffigurante la Sindone (forse transitata di qui nel suo trasferimento da Cherasco verso la Liguria, dato che l'unico ponte sul Pesio all'epoca era proprio in questo comune);
  • la torre civica, di costruzione anteriore al 1250, recante ancora il giglio angioino. Attualmente ha la funzione di campanile, anche se appartiene al Comune. 


Palazzo Prandi

E' arrivato il momento di entrare nel castello, nato a scopo difensivo sottoforma di torre. Col tempo poi la torre è stata inglobata da costruzioni successive fino a essere come lo vediamo oggi. Questo edificio l'ho trovato molto particolare perchè, oltre a essere suddiviso in due parti, una più antica e una più moderna (e questo lo vedete sia sulla facciata che dà sulla piazza, sia su quella che dà sul giardino, sia all'interno, in modo molto definito), ha ancora visibili l'antico pozzo (che una volta era esterno e ora è interno) e l'antica torre, che da fuori non si vede più ma che all'interno è visitabile.



Il castello visto dal giardino

Oltre a tutto questo il castello ha superato diverse vicissitudini, ha subito furti, è stato poi trasformato in "Colonia Agricola Orfani di Guerra" (modificando quindi molte stanze interne).

Ora sono visitabili: il parco, che presenta anche piante secolari giapponesi, il frutteto (che era stato creato dai ragazzi della Colonia agricola), molte stanze interne, quali salone d'onore, sala dell'alcova (e questo è uno dei pochi casi, almeno trovati da me, in cui potrete notare che la nicchia in cui è situato il letto ha il soffitto ribassato; questo perchè sopra c'è la stanza della servitù e potrete salire la ripida scaletta per visitarla, così come potrete vedere i bagni).





Vi sono poi altre stanze, in cui l'arredo è stato ripristinato come possibile, alcuni oggetti sono originali, altri no. L'ala settecentesca, quella più recente, presenta diverse sale decorate, tra cui una sala da pranzo, una collezione di giocattoli, alcuni abiti d'epoca su manichino. Attraverserete anche un corridoio di servizio, per far felici quelli come me che sono sempre lì a chiedere "cosa ci sarà mai dietro quella porta?".




Al secondo piano del castello vi è il Museo Storico-Etnografico "Augusto Doro", in continua trasformazione; quando l'ho visitato io alcune sale erano appena state allestite, quindi se lo visiterete da ora in poi magari troverete ulteriori novità, riguardanti sempre le attività agricole e artigianali della zona.

In tutto questo ambaradan di spiegazione non vi ho detto chi sono stati i proprietari principali del castello (nonchè legati ovviamente a tutto il borgo): la famiglia Morozzo della Rocca, una delle più antiche famiglie feudali; alcuni personaggi sono famosi per essere legati anche a Casa Savoia.
Alcune domeniche le visite guidate al castello sono specifiche su questi personaggi.
Se non l'avete mai visitato vi consiglierei quindi, di informarvi su quando ci sono le visite generiche (come quella che ho effettuato io), così da farvi prima di tutto un'idea del luogo e poi, se vi andrà, col tempo approfondirete anche la storia personale della famiglia.  Questo è il sito su cui trovare tutte le info www.museodoro.org

Famiglia i cui discendenti possiedono attualmente la Badia di Santa Maria, che noterete soprattutto se arriverete da Morozzo, guardando verso l'alto, ma anche se arrivate da altre parti provate ad avvicinarvi un po' dal centro del borgo, e avrete un'altra visuale anche dal giardino del castello. E' ovviamente proprietà privata, ma viene aperta una volta all'anno, l'ultima domenica di agosto, in occasione della festa patronale.


La badia vista da Morozzo.


Non vi ho di certo detto tutto, avrei dovuto scrivervi altre cinque pagine su tutto quello che ho scoperto in un pomeriggio di visita, ma penso di avervi dato una panoramica, ognuno di voi poi potrà approfondire gli aspetti che più riterrà interessanti.

Ps. se il nome Morozzo non vi ricorda una famiglia nobile ma un'oasi naturalistica non avete di certo torto, magari vi porterò anche lì.


lunedì 12 agosto 2019

GROTTA E LAGO

Ho scoperto la Grotta dei Dossi nientemeno che grazie a una promozione di un operatore telefonico. Prima non ci avevo mai fatto caso, essendo poco pubblicizzata, pensavo magari che non fosse attrezzata per le visite guidate, come quella di Rio Martino a Crissolo, e invece no, è visitabile ed è anche molto bella. Merita di essere conosciuta di più.

Si trova nel monregalese, comune di Villanova Mondovì, trovate le indicazioni sui classici cartelli marroni per strada. Il parcheggio è piccolino e la salita per arrivare all'entrata della grotta è breve. Chiaramente bisogna vestirsi in modo adeguato a una grotta, quindi felpa, giacca o piumino e, soprattutto, scarponcini antiscivolo.

In biglietteria verrete forniti di caschetto giallo, ma attenzione comunque alla testa, anche per chi non è tanto alto. Le guide comunque sono cortesi e vi spiegano tutto.

 
L'entrata alla grotta

La grotta è stata trovataper caso, da un cacciatore, nel 1797. E' la prima a essere stata scoperta in provincia di Cuneo e la prima a essere illuminata elettricamente, un secolo dopo. Pensate che nel 1800 organizzavano carrozze da Mondovì per portare i visitatori alla grotta.

Il percorso è lungo poco meno di un chilometro ed è stata definita "la grotta più colorata d'Italia", perchè i vari minerali modellano le pareti rendendole di vari colori.




 I nomi delle sale ricordano le varie forme che vedrete: "Galleria Moresca", "Barca di Caronte", "Bagni di Venere" eccetera.

In una sala poi troverete una sorpresa: due rastrelliere ospitanti moltissime bottiglie di vino. Questo perchè la cantina "Ettore Germano" ha deciso di provare a far riposare, per due anni e mezzo, questo vino, composto da uve Pinot nero e Chardonnay.  Una scelta decisamente insolita, almeno per la provincia di Cuneo.



Questo il sito della grotta  http://www.grottadeidossi.it , su cui potrete trovare tutte le informazioni utili, orari eccetera.

Troverete inoltre notizie sui vari eventi che si svolgono in grotta, come ad esempio i presepi, ovviamente in inverno, mostre fotografiche ecc. E anche queste sono particolarità non di poco conto.

Terminata la visita alla grotta, se volete, potrete fermarvi a rilassarvi un po' al lago di Pianfei, non è lontano. 

Piccolo lago artificiale, è conosciuto soprattutto dai pescatori, ma nulla vieta di fare due passi sul sentiero nel bosco, o fermarvi all'area attrezzata. C'è anche un punto ristoro. Io l'ho visto in primavera (come nella foto che vi pubblico), e in autunno, con poca acqua, ma colori favolosi degli alberi attorno. Vorrei tornarci d'inverno, a lago ghiacciato, dev'essere bello.







lunedì 5 agosto 2019

PRATO NEVOSO (e dintorni)

Quando parlate di montagna cosa vi viene in mente? Lo sci (a volte anche d'estate) oppure le camminate di ore e ore. A me è successo di chiedere informazioni su come raggiungere un luogo e mi è stato risposto "ma si, è facilissimo, basta camminare due orette e ci arrivi". Grazie tante, e chi, per mille motivi, non cammina così tanto? Non è più facilissimo.

Molte persone hanno un modo diverso di vivere la montagna, magari hanno poco tempo, poca voglia, o sono comunque soddisfatte di andare a prendere un po' di fresco e mangiarsi una polenta in santa pace.

 Prato Nevoso è un luogo facilmente raggiungibile, comodo, bello, in cui si può star bene anche senza sciare o scarpinare su per i monti.





Una ridente, fiorita, colorata e curata località nel monregalese, a circa 1500 metri di altitudine, ci si arriva comodamente in auto, una strada bella larga, a prova di neopatentato o di chi, come me, ha paura ad andare per stradine anche asfaltate ma piccine e strette (anche se hanno un grande fascino).

Parcheggi enormi, gratuiti e voilà, siete a posto. Potete arrivare per pranzo, mangiarvi una bella polenta col cinghiale (o cervo, o concia, ecc.) in uno dei locali sotto i portici (io vi consiglio il Baby Lunch, arredo interno rustico-moderno e dehor panoramico). Ma non solo polenta, mica siamo in un rifugio, avete svariate altre proposte culinarie.
Potete fare un aperitivo, acquistare non sono abbigliamento sportivo ma anche prodotti tipici, passeggiare sotto i portici, concepiti sullo stile di alcune località sciistiche francesi, guardando le vetrine.




Volete fare due passi per digerire? Ed eccovi un'altra panchina gigante, situata in località Stalle Lunghe, ci arriva chiunque, non serve scarpinare (ecco, magari, mi rivolgo alle donne, non mettetevi i sandali, quelli teneteli per il giro sotto i portici, qui un paio di scarpe da ginnastica sono da preferire). Da qui potete intravedere alcuni edifici di Artesina e, se siete fortunati, anche il Monviso.

Ci sono seggiovie funzionanti anche d'estate. Se avete caldo potete salire di quota e farvi due passi più in alto, godendovi anche il panorama.

Siete arrivati al mattino e vi serve qualche stimolo in più? Sulla strada del ritorno fermatevi ad Artesina, è una località più sportiva che altro, ma potete salire in seggiovia e scendere con il bob su rotaia, poco sforzo e divertimento assicurato.




Non vi piace il bob? Nessun problema, ci sono le grotte. Quelle di Bossea, ormai conosciutissime (io le ho visitate nelle elementari, più di 30 anni fa), quelle meno famose del Caudano (questo è il sito con tutte le informazioni http://www.comune.frabosa-sottana.cn.it/grotte.php; personalmente non ci sono ancora stata ma sono in lista delle cose da fare) e, un po' più lontano, quelle dei Dossi (su queste arriverà un articolo apposito).

Preferite fare un salto in città? Scendendo da Prato Nevoso Mondovì non è lontano, così come anche Vicoforte, col suo santuario dalla cupola ellittica più grande d'Europa.

Come vedete di cose da fare ce ne sono un sacco (ho volutamente saltato, anche perchè non le conosco, tutte quelle più sportive, chi ama gli sport sa meglio di me dove cercare informazioni al riguardo), un po' per tutti i gusti,  anche facendo una semplice gita in macchina.  Su questo sito trovate tutte le info, di qualunque tipo  https://pratonevoso.com/

Una chicca per chi ama i motori: tenete d'occhio il periodo tra la fine di luglio e l'inizio di agosto perchè ogni anno o due una famosa concessionaria cuneese organizza qui una giornata tra auto da rally, storiche con esposizione di vetture stradali di alto livello. Una gioia per gli occhi e per le orecchie. "Gino speed show" da non perdere.





giovedì 1 agosto 2019

I SARVANOT DI SAMPEYRE

I "sarvanot" sono esserini tipici delle vallate cuneesi, assieme alle masche. Si nascondono tra gli alberi, tra le case, nel fiume, un po' ovunque nei boschi.

 Questo sentiero si trova a Sampeyre, in media Valle Varaita; più precisamente nella frazione Rore, sulla destra salendo in vallata. Arrivati in frazione potete parcheggiare comodamente nell'unico spiazzo presente.

Prima di iniziare il sentiero (o dopo, come volete), vi consiglio di fare un giro per la frazione, che è suddivisa in due parti. Quella dove parte il sentiero e poi quella oltre il ponte. Entrambe sono molto caratteristiche, con le case antiche, i piccoli viottoli e le decorazioni sui muri e nei giardini.

Il sentiero inizia qui.

Il sentiero dei sarvanot si percorre all'incirca in un'oretta, anche se ovviamente vi servirà un po' più di tempo, per fare con calma, cercare tutti i vari personaggi sparsi in giro. E fate bene attenzione, perchè, essendo folletti dispettosi, a volte si nascondono e non è così semplice trovarli.



 
  
Arrivati in fondo troverete il "Tumpi la pisso", una cascata il cui rumore vi ipnotizzerà. Lungo il percorso troverete vari cartelli esplicativi, fermatevi un attimo a leggerli. Sono curati, così come tutto il percorso, dall'associazione "Lu Rure".





Sulla via del ritorno potete anche prendere un'alternativa al sentiero già fatto in precedenza, vi troverete i ruderi del castello (ormai poche pietre) su uno spiazzo e poi scenderete fino a trovarvi davanti una delle Big Bench, le ormai famosissime panchine giganti, con una splendida vista sulla frazione e sui dintorni. La panchina è raggiungibile comunque anche dal sentiero fatto all'andata.



BENVENUTI

Ciao a tutti, ho deciso di aprire questo blog perchè sono convinta che non serva andare lontano per trovare bei posti da vedere, da visitare e da scoprire.

Quando sono io a cercare informazioni su una località di cui magari ho solo visto una foto, oppure letto su un libro, spesso faccio fatica, devo chiedere di qua e di là, sperando di ottenere le informazioni corrette.

Inoltre capita che, quando pubblico delle foto sui social, i miei contatti mi chiedano dov'è quel posto, perchè non lo avevano mai sentito nominare e vorrebbero andarci.

Con questi miei post spero di riuscire a farvi conoscere qualcosa in più della provincia Granda.
Non saranno mai post chilometrici e super dettagliati. Vi dirò dove sono stata, che cosa ho visto e allegherò qualche foto.

Quello che mi importa è darvi degli spunti, poi ognuno di voi deciderà autonomamente se gli bastano quelle informazioni o se ha necessità di approfondire l'argomento, in base alle proprie esigenze.

Buone gite a tutti.