domenica 5 dicembre 2021

VILLANOVETTA E GRISELDA

Qualche articolo fa, quando vi ho parlato di Verzuolo, vi ho lasciati con il "mistero" riguardante Gualtieri e Griselda, a Villanovetta. E' arrivato il momento di parlare di questi due personaggi e di questa bella frazione di Verzuolo che, fino al 1928, era comune a sé stante.

Ci si arriva in auto superando il centro di Verzuolo e poi, all'altezza dell'ex mulino Fissore e Sandri, svoltando sulla destra, fino ad arrivare a un parcheggio, sulla sinistra, in piazza Schiffer.

Si viene accolti da alcuni pannelli artistici, con raffigurati un uomo e una donna in abiti medievali. Altri non sono che i nostri Gualtieri e Griselda, di cui ora andrò a parlarvi anche perchè, sicuramente, se avete visitato ad esempio Saluzzo, avrete notato che a loro sono intestate due vie, e così è anche a Villanovetta.

La storia di questi due personaggi ha del leggendario, anche se online si trova qualche informazione che lascia pensare che possano essere esistiti seriamente, anche se non in zona, dato che Gualtieri viene descritto come Marchese di Saluzzo ma, nella loro genealogia non ne appare nessuno con quel nome. Comunque sia, pare che Giovanni Boccaccio sentì questa storia e decise di riportarla nel suo "Decamerone", dedicandole l'ultima novella. La storia venne poi ripresa anche da Francesco Petrarca.

Per farla breve, Gualtieri era appunto un marchese che sceglie come moglie la povera contadina Griselda; la sottopone a svariate umiliazioni e prove disumane per verificare la sua fedeltà. Lei accetta di buon grado tutte queste sofferenze per poi, alla fine, risultarne vincente e diventare finalmente sposa e marchesa onorata e amata da tutti. Non mi soffermo troppo nei dettagli perchè il Decamerone è talmente conosciuto che è semplice trovare la novella per intero e leggersela con calma.

Questa storia è stata illustrata proprio in via Griselda, a Villanovetta, con stili e tecniche diversi da artisti provenienti da accademie torinesi e milanesi e dal settore pubblicitario. 

Il risultato sono una decina di pannelli che raccontano i passaggi chiave della storia, più altri riquadri che si soffermano su dettagli o personaggi. Questa iniziativa si chiama "Colori per Griselda", e risale ormai più di 20 anni fa. Se inizialmente ebbe un buon successo, con moltissime visite e anche rievocazioni storiche, ho notato che ultimamente non se ne parla più, e lo trovo un vero peccato, in quanto è una bella storia e anche un bel luogo da vedere, in tutta tranquillità, essendo anche al di fuori delle solite mete turistiche più conosciute. Ecco perchè ho deciso di parlarvene.

Via Griselda è la via principale del borgo, quella più antica, che una volta veniva chiamata "via maestra". Parte davanti alla chiesa (dedicata a S. Andrea) e si snoda parallela alla via più trafficata, risultando così molto silenziosa e adatta a immergersi nella storia. 

Lungo questa via, oltre ai suddetti pannelli, troverete anche affreschi murari a tema religioso, quelli che spesso si trovano nei borghi antichi, e anche l'edificio del vecchio comune (riconoscibile per il timpano con lo stemma del comune e, sulla facciata, la lapide dedicata ai caduti della prima guerra mondiale) e la tettoia del mercato coperto. Ora è tutto silenzioso e tranquillo ma riuscirete sicuramente, con un po' di fantasia, a entrare nell'atmosfera di quando questo luogo era vivo e percorso quotidianamente dai cittadini che andavano in municipio, che si fermavano un attimo a chiacchierare sotto l'ala, magari mentre aspettavano che gli artigiani itineranti, (come impagliatori di sedie, arrotini ecc.) aggiustassero i loro oggetti.

Una delle vie che partono da via Griselda, sulla sinistra, incrociandosi poi con via Drago (quella da cui siamo arrivati in auto), è Via Asilo Keller. Come mai un cognome così particolare da queste parti? Alberto Keller è stato il fondatore di una filanda che per moltissimi anni è stata importantissima in zona, perchè dava lavoro ad almeno 400 persone, fino all'incendio del 1905 che interruppe le attività. Il nome rimane, attualmente, nell'asilo, fondato sempre da Keller per i figli delle operaie e operativo ancora oggi come scuola paritaria. 

Vi racconto un aneddoto che mi ha sempre divertita molto: Guido Keller, nipote di Alberto, fu segretario d'azione di Gabriele D'Annunzio e amico di Marinetti e Fillia, famosi artisti futuristi. Il divertente è stato sapere che un bel giorno, nel 1920, lasciò cadere su Montecitorio, da un aereo, un "arnese di ferro smaltato", il più brutto e arrugginito che fosse riuscito a trovare (in pratica era un pitale), con delle rape legate al manico, in  segno di disprezzo verso il Governo. 

In fondo a questa via si notano quattro grossi torrioni cilindrici. Fanno parte della residenza estiva dei conti Cravetta di Savigliano, che una volta di torrioni ne aveva ben 8. Proprio in parte di questo edificio venne fondato l'asilo.

Recuperata l'auto si percorre Via Drago finchè si trova, sulla sinistra, una piccola cappella purtroppo in pessime condizioni. Era la chiesa, dedicata a S. Sebastiano, dell'antico cimitero (quello attuale è poco lontano); sicuramente molto antica, come dimostrano i particolari fregi in cotto di fine XV secolo, trovati nella cappella e ora murati sopra la porta laterale.

Si procede poi in direzione Costigliole per l'ultima tappa di questa gita. Immediatamente dietro a un famoso vivaio sorge la cappella della Madonna della Neve. Pur essendo passata in zona moltissime volte, non avevo idea dell'esistenza di un posto così interessante finchè non ho letto il libro, che vi consiglio, "Verzuolo di strada in piazza" di Piero Balbo.

La cappella è situata vicino alla linea ferroviaria, ormai utilizzata soltanto dalla cartiera locale, e quindi in zona molto tranquilla, con tanto di area picnic attrezzata. 

La chiesa esisteva già nel XIV secolo, diversa da come la vediamo oggi; la sua forma attuale risale infatti agli anni successivi alla prima guerra mondiale. Curioso sapere che in questa zona pare siano stati seppelliti i morti per la peste del 1630 e anche i caduti dello scontro di Papò, battaglia combattuta in questa zona nel 1712 tra francesi e sardo-austriaci, durante la guerra di successione spagnola.


Un'altra curiosità: il campanile è stato costruito soltanto nel 1934. Prima, per richiamare i fedeli, veniva suonata una conchiglia come fosse un corno. Pare sia una tradizione piemontese dell'Ottocento che io ho scoperto soltanto facendo ricerche per questo articolo.  Vi lascio il link alla Proloco di Villanovetta, così se volete potete approfondire la storia e l'arte del luogo.

Anche questa gita è terminata, spero di avervi incuriositi. C'è sempre da scoprire qualcosa di interessante, anche in luoghi che tutti noi consideriamo solo e sempre di passaggio per andare da altre parti, senza fermarci un attimo. E tenete conto che, come sempre, io vi scrivo alcune cose ma, se voi andrete a farvi una passeggiata, di sicuro scoprirete molto di più.

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